“Voglio solo sapere perché è morto mio figlio, chiedo giustizia”. E’ rimasta in silenzio nel suo dolore durante tutto il tempo delle ricerche del corpo di suo figlio, Emiliano Sala. Sentimenti devastanti anche quando la slama dell’attaccante è stata recuperata dal fondo del mare sulla manica all’interno del piccolo velivolo con il quale si era schiantato la notte del 21 gennaio, era partito da Nantes e diretto a Cardiff la squadra per la quale aveva appena firmato. Mercedes Taffarel la madre di Sala, decide di parlare due mesi dopo la morte del figlio. Domenica pomeriggio, a Progreso, dove vive la famiglia Sala in Argentina. c’è stato un altro omaggio alla memoria dell’attaccante scomparso. Mercedes parla così in una intervista esclusiva rilasciata a L’Équipe. “Provo ancora una grande tristezza. Ho solo dolore dentro di me“.
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I ricordi e le commemorazioni in memoria di Emiliano Sala sono molte sopratutto nel suo paese natale. “Da un lato, mi aiuta a riconoscere ciò che è stato. Ma, allo stesso tempo, non ce l’ho più e come madre è difficile convivere con questi sentimenti contrastanti”.
Alla donna viene chiesto cosa ricorda o sa dell’incidente, lei risponde così: “Stava per prendere il volo, mi chiamò e disse: Mamma, ti chiamerò tra due ore perché salgo sull’aereo. Gli ho detto: va bene, figliolo, quando sei a Cardiff, in hotel, chiamami”…
L’ultimo pensiero sulla controversia legale tra Nantes e Cardiff per il mancato pagamento del cartellino da parte del club gallese ai francesi. “Sarebbe stato diverso se non avesse davvero firmato. Ma quando raggiungi un accordo con qualcuno, quando firmi davanti alla stampa, davanti a tutti, devi pagare. E’ giusto che anche loro facciano delle indagini sull’incidente per scoprire come è successo. Mi sembra logico. Ma devono onorare la loro parola. La firma non può essere cancellata” ha concluso la donna.
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