Milan, Kakà ha affrontato per la Gazzetta dello Sport, numerosi temi nel giorno della sfida della sua ex squadra contro l’Inter in un San Siro da tutto esaurito.
Crescita: “La Juve è lontana, però Leo e Maldini stanno lavorando bene. La squadra sta crescendo con una spesa molto relativa, i bilanci migliorano. È importante tornare in salute economicamente”.
Fattore Gattuso:“Conta moltissimo e si è visto nei momenti difficili. Rino ha il Dna rossonero e se torna in Champions League è perfetto”.
Piatek come Shevchenko:“Piatek è forte, è un bomber, ma paragonare è nocivo. Quello che impressiona di Piatek è che sia sempre al posto giusto nel momento giusto. È veramente un bell’acquisto”.
Paragone con Paquetà:“Ripeto, i paragoni non mi piacciono, non sono giusti. Ma è bella la scelta di tutti e due, la sua di venire al Milan da giovane e quella del Milan che lo ha preso. La sua strada è in Europa, Leo sarà importante per lui quanto è stato per me. E poi è un brasiliano, cresciuto nel Flamengo, questo ricrea passione fra il Brasile e il Milan, riavvicina i due club. Mi fa doppiamente piacere che faccia cose belle con il Milan, mi fa tornare ai momenti belli e ai giorni vissuti lì. Lui e Piatek si costruiranno la loro storia, non devono pensare a quelle degli altri”.
Caso Icardi:“So poco e non entro nel merito. Certamente Maurito è un giocatore che sposta gli equilibri. In questo mondo dominato dai social è difficile per i giocatori gestirsi, è un rischio molto grande, perché loro sono celebrità. Devi riuscire a dividere il personale dalla carriera, tenere separati i piani. Non è semplice, ma Icardi è importante per la squadra. Penso che la cosa migliore sarebbe dirsi ‘parliamone, davvero”.
Impresa di Cristiano Ronaldo contro l’Atletico:“Non mi sorprende per quello che è, mi sorprende perché è ancora a questi livelli. Credo ci sia anche un effetto Messi, questa sfida continua, questa voglia di superarsi sempre. A 34 anni e dopo tanti successi Cristiano trova ancora delle motivazioni sorprendenti”.
Crisi del Real Madrid:“I cicli finiscono, quindi da questo punto di vista direi che è logico avere un calo dopo aver vinto tanto. Forse sorprende il modo, l’uscita di scena perdendo male con l’Ajax al Bernabeu. Avrà tempo per ricominciare”.
Zidane:“È stato un grande giocatore ed è un grande allenatore, l’unico se non sbaglio ad avere vinto tre Champions League di fila. Certo, aveva Cristiano Ronaldo. Ora vediamo che cosa farà Zidane senza un trascinatore come Cristiano, un grandissimo protagonista”.
Mancate motivazioni: “Io ho avuto tanti infortuni. La forza mentale non mi mancava, avrei voluto vincere anche altri Palloni d’oro, ma quando ti fai male devi pensare prima di tutto a tornare in forma. Avrei dovuto convincere Mourinho a farmi giocare di più, ma al Real Madrid, con tanti grandi giocatori, era difficile”.
Rapporto con Mourinho:“Mai avuto problemi con lui. Faceva le sue scelte e non potevo far altro che cercare di convincerlo. Ho sempre rispettato le sue decisioni”.
Rimpianti:“Forse avrei potuto prendermi presto un fisioterapista che si prendesse cura di me sempre: ripensando ai problemi che ho avuto, questo mi avrebbe aiutato a rendere di più, anche se ho avuto la fortuna di giocare in club molto organizzati. C’era un grande staff, ma anche tanti giocatori da seguire. Avrei dovuto investire di più su me stesso. L’ho fatto negli ultimi anni, avrei potuto farlo prima”.
Milan.
Il Kakà del presente: “Non mi senti vecchio, ma è strano. Sto viaggiando molto, sto di più con i miei figli, faccio cose che non riuscivo a trovare il tempo di fare, tipo sciare, o surfare. Ho vissuto il prima e il dopo, adesso il calcio è diverso, ai miei tempi non c’erano i telefonini che fotografavano tutto. Io posso paragonare i momenti”.
Vincitore del derby:“Il Milan. Segnano Piatek e Paquetà”.