Il Real Madrid perde in casa contro l’Ajax e saluta anche la Champions League: è la fine di un’era. I Blancos fuori dai quarti dopo nove anni
Il Bernabeu ammutolito è una prigione dalla quale il Real Madrid non riesce ad uscire vincente, possiamo riassumere così la serata dei Blancos che salutano la Champions League anzitempo sopraffatti da un Ajax che si fa grande con merito. Gli olandesi giocano un calcio vivace, vibrante, veloce ed imprevedibile. Gli spagnoli hanno cercato di reagire, parzialmente sfortunati (il terzo gol subito fra polemiche con più di qualche dubbio) e anche piuttosto impotenti, dinnanzi alla superiorità degli avversari che mettono il sigillo alla gara con le prodezze di Ziyech, Neres, Tadic e Schone. Padroni di casa che trovano il gol della bandiera grazie ad Asensio. Finisce 4-1, risultato inequivocabile.
Un’eliminazione che fa male, prima volta fuori dai quarti di finale in nove anni: è la fine di un’era per il Real, che ha sempre visto la Champions come un terreno fertile in cui ritrovarsi. Invece dovrà guardare gli altri e, sicuramente, ricostruirsi. La Casa Blanca reduce da tre trionfi consecutivi, peraltro 4 in 5 anni, non c’e più. Da Galacticos a umani, con la polemica sempre viva, che senza Ronaldo certi standard potrebbero esser diventati proibitivi. Non deve essere un alibi, in Spagna lo sanno e correranno ai ripari: magari con quella “rivoluzione” di mercato promessa in estate.
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Intanto la situazione non è serena, Solari in bilico. Sempre più nell’occhio del ciclone, l’allenatore spagnolo è nel mirino dei tifosi che ne chiedono l’esonero. Qualcuno attacca anche la presidenza: “Fora Florentino”, sui social, diviene il leitmotiv principale. A Madrid niente sconti o mezze misure, conta vincere, o quantomeno provarci sempre con la giusta motivazione. La squadra è apparsa sfiancata, senza voglia e messa all’angolo da un Ajax giovane, volitivo e organizzato. La banda di Ten Hag, giovane e di belle speranze, annienta i giganti e si gode l’avanzamento nella coppa che conta. Se da una parte finisce un’epoca, dall’altra si comincia a sognare.
Questa partita suona come un passaggio di testimone, il più bel calcio, attualmente, si gioca lontano da Madrid; col pubblico perplesso e curioso di capire cosa li aspetta. In gara fanno tutto gli olandesi, prima con Ziyech e poi con Renes. I padroni di casa assistono senza riuscire a ribattere, ci provano con Benzema e pagano l’infortunio di Vinicius. Una squadra ridisegnata in corso d’opera per provare a riacciuffare quelle speranze trasformate in incubi.
Alla fine del primo tempo, il centravanti dell’Ajax ha corso 6 km (più di tutti, secondo le statistiche) oscurando i vari Bale e Kroos. Restando in tema di percorsi, adesso si aprono strade diverse che proseguiranno anche fuori dal campo. La gara ha consegnato alla storia un Real amareggiato che deve ripartire dalle certezze. Quelle che non ha trovato nella seconda frazione di gioco, dove hanno avuto la meglio Tadic e Schone quest’ultimo realizza segna un goal pazzesco su punizione e chiude il confronto.
L’Ajax ha passato il turno portando al Bernabeu la propria identità e il proprio gioco senza paura, il coraggio è stata l’arma in più di questo match. Sicuramente fra le Merengues questa non è la serata adatta per lasciare spazio alle congetture, bisogna prestare il fianco al pragmatismo: anche se potrebbe costar caro a più di qualcuno.