Il ragazzo, Manuel Bortuzzo, che è rimasto vittima di uno sparo non indirizzato a lui, torna a parlare alla stampa: nonostante la paralisi alle gambe, vuole tornare ad allenarsi ispirandosi a Bebe Vio.
Ricordo tutto della sera dell’incidente, almeno fino a quando ho sentito il dolore dello sparo. Non so chi siano i due che mi hanno sparato. Solo dopo, quando mi sono risvegliato in ospedale, mi hanno raccontato che fanno parte di una gang, che ci sono di mezzo pugili e malavita, la mafia. Non me ne importa proprio niente della verità, adesso devo pensare ad andare avanti per la mia strada”. A parlare è nuovamente Manuel Bortuzzo, il ragazzo che è rimasto paralizzato ed ha perso l’uso delle gambe in seguito ad un colpo di pistola sparatogli per errore.
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Il campione di nuoto, che adesso dovrà – suo malgrado – cominciare una nuova vita, non molla e racconta come sta vivendo questi giorni particolari al “Corriere della Sera”: “Fino a oggi non mi rendevo conto di tutto quello che è successo, quando ho ripreso il telefono ho visto che cosa si è scatenato sui social e non solo. Le ragazze che indossano le magliette con il mio volto, gli striscioni con il mio nome, la M sulle spalle di tanti. La gente che non sapeva neanche chi fossi che mi scrive ‘ti voglio bene’ e mi dice che sono diventato un punto di riferimento. Mi sono chiesto come sia possibile che sia nato questo spirito di famiglia. So solo che è bello, molto bello”.
In conclusione, Manuel ha confessato di avere un nuovo modello sportivo da prendere ad esempio: l’atleta paralimpica Bebe Vio. Bortuzzo precisa: “Non so perché, ma la prima persona che mi è venuta in mente in questi giorni è stata Bebe Vio”.