Tutti in cerchio, un lungo enorme applauso, sentitissimo. In campo, sugli spalti, con il cuore e con la testa insieme per Emiliano Sala. In un pomeriggio carico di emozioni, non è stato facile giocare a calcio, appena tre giorni dopo la certezza che l’attaccante argentino non c’è più. Il suo corpo è stato ritrovato nel relitto del velivolo affondato nel mare sulla Manica.
Ieri a Southampton si è tenuto un minuto di silenzio da brividi prima del match fra i Saints contro il Cardiff, la squadra in cui avrebbe dovuto giocare l’attaccante 28enne a partire da gennaio. Dal 2015 giocava invece per il Nantes, lì dove ha completato la sua formazione calcistica. I tifosi erano molto legati a lui, così come la squadra, la società e lo staff. Che lo avevano visto e accompagnato nel passaggio cruciale di ogni calciatore, dalla gioventù alla maturità. Sala a Nantes è diventato uomo, prima che un ottimo attaccante.
‘La Beaujoire‘ era il suo stadio. Lo stesso che oggi ha gridato a squarciagola e scandito il suo nome: prima, durante e dopo il match contro il Nimes. Anche mentre i calciatori appendevano la sua maglia numero 9, ritirata, dietro la porta. E anche alla fine, quando non c’è stato spazio per rammaricarsi della sconfitta subita in rimonta.
Emozioni continue, tutte indimenticabili. In ricordo di un calciatore dal viso buono, freddo sotto porta ma dal cuore caldo. E siamo certi che non finirà qui. Perché a ‘La Beaujoire’ si continuerà ad urlare il suo nome ancora a lungo. Sempre più forte. E sarà ogni volta più emozionante.
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