Emiliano Sala, oggi si decide se interrompere o no le ricerche del giovane giocatore disperso ormai da giorni. La situazione.
Come annunciato ieri dalla Polizia, in data odierna si deciderà se proseguire con le ricerche del ragazzo scomparso – giocatore argentino del Cardiff – e del pilota Dave Ibbotson. Entrambi dispersi mentre erano in volo sulla Manica, si indaga da giorni, senza sosta e, purtroppo, risultati confortanti. Le autorità competenti hanno già preventivato, a più riprese, che sono assai ridotte le possibilità di un ritrovamento in queste condizioni.
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Restano le speranze, sempre più flebili, della ex ragazza di Sala che ricorre ai social per invogliare chiunque sia in grado alla ricerca continua, dei genitori che, oramai, aspettano un pessimo presentimento.
Intanto con le indagini in corso iniziano ad arrivare i primi scarichi di responsabilità: nell’occhio del ciclone, ci sarebbe questo aereo su cui viaggiava il calciatore. Lo stesso Sala avrebbe ammesso, secondo la testimonianza dell’ex compagno di squadra Rolan, di aver paura riguardo le condizioni del mezzo: “Sembra che cada a pezzi” le ultime parole dette per messaggio dal ragazzo. Poi ci sono anche le dichiarazioni di un secondo pilota – mai partito – che avrebbe dovuto viaggiare insieme al giovane e a Dave Ibbotson: “Non ero su quell’aereo, contrariamente a quanto ha detto la stampa, non sono morto”. Rimane il dubbio su come mai non abbia preso parte al viaggio, pur avendo passato i controlli. Un tassello mancante nel mosaico frastagliato di incertezze intorno a questa vicenda, se contiamo anche il fatto che, poco prima di involarsi, Ibbotson (il pilota disperso) avrebbe ammesso: “Sono un po’ arrugginito con il sistema di atterraggio” riferendosi al modello di aereo su cui stava per viaggiare.
Ad organizzare il viaggio per su stessa ammissione sarebbe stato l’agente del calciatore Mark Mckay: “Posso confermare di aver organizzato un volo privato, che avrebbe portato Emiliano a Nantes il sabato mattina” avrebbe detto a SkySport news UK.
Insomma si viaggia a colpi di mezze verità. Nel frattempo, le parole del comandante del porto di Guernsey suonano come una sentenza: “Le possibilità di sopravvivenza sono quasi zero”.