MotoGP: oggi sarebbe stato il 32° compleanno di Simoncelli, morto a Sepang nel 2011.
Ogni anno il 20 gennaio è un giorno particolare per tutti gli appassionati del Motomondiale. In questa data viene ricordato Marco Simoncelli, che nacque nel 1987 e che oggi avrebbe compiuto 32 anni. Purtroppo, la tragedia di otto anni fa a Sepang gli ha impedito di poter festeggiare oggi.
C’è tanta tristezza nel ricordare la scomparsa del pilota romagnolo, morto mentre faceva ciò che più gli piaceva: correre in moto. Per lui il 2011 era stato un anno di crescita e c’era la convinzione che in quello seguente avrebbe potuto lottare per il titolo MotoGP. Il Sic era destinato ad essere uno dei top rider della categoria. Siamo sicuri che sarebbe riuscito a vincere il Mondiale, perché il talento lo aveva e nel 2012 avrebbe avuto una Honda factory.
Ma al di là del valore da pilota, Simoncelli viene ricordato soprattutto per il suo valore come persona. Uno schietto, sempre sorridente, simpatico e con tanta voglia di vivere. Tralasciando la pista, il vuoto della sua assenza pesa soprattutto sulla sua famiglia e su tutti coloro che lo conoscevano direttamente. Il padre Paolo, anche per onorarlo, ha messo insieme la SIC 58 Squadra Corse che corre nel campionato mondiale Moto3. Prima ancora era nata la Fondazione Marco Simoncelli, società con finalità esclusivamente umanitarie che promuove progetti di solidarietà e cooperazione a favore dei soggetti svantaggiati. Proprio oggi è stata inaugurata Casa Simoncelli, una struttura a disposizione delle famiglie con ragazzi disabili a Coriano, il paese natale del Sic.
Sicuramente Marco sarebbe stato fiero di questa iniziativa. Proprio in quello che sarebbe il giorno del suo 32° compleanno è stato bello poterlo ricordare anche così. Sicuramente manca tanto, sia a coloro che lo conoscevano di persona che ai tanti tifosi che lo ammiravano. La famiglia e gli amici più stretti stanno facendo di tutto in questi anni per onorarlo. Ci stanno riuscendo. Ricordare quel ragazzo felice e spensierato sicuramente porta dell’inevitabile tristezza, per quella maledetta tragedia di Sepang, ma col tempo si inizia anche un po’ a sorridere pensando che in fondo lui vorrebbe così. Viveva la vita col sorriso e vorrebbe che tutti avessero il suo medesimo spirito.
Matteo Bellan