Juventus, Bernardeschi confessa: “Ho tatuato il numero di Astori per averlo vicino sempre.”
Intervistato da The Player’s, il centrocampista bianconero ha ripercorso alcuni momenti importanti della sua carriera.
Ritiro: “Quando avevo 16 anni durante un controllo fisico di routine lo staff medico della Fiorentina mi trovò un problema. Svolsi degli accertamenti scoprendo che il mio cuore era allargato. I dottori mi dissero di non sapere se sarei stato in grado di giocare ancora a calcio. Mi sono dovuto fermare per sei mesi e sono stati i più difficili della mia vita. Vivevo da solo a Firenze e non avevo niente da fare. Alla fine, con alcuni cambiamenti dietetici e una medicina, riuscii a superare il problema. Questo momento mi ha reso sicuramente più consapevole della fragilità del mio viaggio, facendomi godere maggiormente i miei successi“.
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Paulo Sosa: “Mi diede subito dei consigli, ha segnato la mia esperienza alla Fiorentina. Il mister mi disse che ero un talento incredibile e che il mio carattere aveva superato le mie qualità. Ma anche che per diventare un campione avrei dovuto investire su me stesso, lavorando per vincere dentro e fuori dal campo. Non me lo dimenticherò mai”.
Astori: “Ogni volta che facevo un gol alla Fiorentina ricevevo una mail del nostro fotografo per pubblicarla sui social. Il primo ad abbracciarmi era sempre Davide. Era uno di quei ragazzi nati per essere leader. Ho pensato a lui molte volte durante il mio trasferimento alla Juventus nell’estate 2017. Gli ho parlato prima di andarmene da Firenze, lui ha capito, ma non è stato facile. Alcune settimane dopo la sua morte, ho tatuato il suo numero accanto all’Ave Maria. Ora, ovunque io vada, lui è con me, protetto per sempre”
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