E’ davvero il nuovo Rooney! E non solo per il numero 10. Marcus Rashford è nato proprio a Manchester il giorno di Halloween del 1997, in piena era Ferguson e pochi mesi dopo l’addio al calcio di un certo Eric Cantona, in “pensione” a soli 31 anni.
Dopo l’esonero di Josè Mourinho, il Man United ha trovato e ottenuto ben sei vittorie su sei. Lo spazio per lui è aumentato ed anche la fiducia datagli da Ole Gunnar Solskjær, l’uomo del Camp Nou 99, quello della tripletta come lo “special one” all’Inter nel 2010. L’intesa, non facile da trovare con il belga Lukaku, è alla base dell’espolsione del colored, decisivo anche con la nazionale dei tre leoni.
La struttura è ben delineata, 70 kg sviluppati su 180 cm, esile ma potente, veloce ed astuto. Abile nel gioco aereo ma ancor meglio in campo aperto. Nel fisico e anche un po’ nel nome, ricorda il bomber del Liverpool degli anni 80 Ian Rush.
Marcus ci aggiunge “Ford” come il motore interno che gli permette di duellare con i colossi inglesi che intasano le difese avversarie. Spera di ripercorrere le orme del suo idolo, il brasiliano Ronaldo.
Rashford ha il baricentro basso, alla Zidane, che gli consente un migliore assetto e bilanciamento sul terreno di gioco.
Sei centri in nazionale e ben 37 con i diavoli rossi, non male per il ragazzo di origine caraibica.
Numeri già importanti, giunti all’inizio del 2019 e l’obiettivo di entrare nelle big four del campionato, fare strada in Champions e nella FA Cup. Ma anche con la nazionale di Southgate, dopo le semifinali in Russia, la prospettiva della vittoria nella Nations League e la conquista del primo europeo per i bianchi di Sua Maestà. Sempre a Wembley, come oggi contro il Tottenham!
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