E’ stato interrogato per quasi tre ore a Palazzo di Giustizia a Milano. Il capo ultrà dell’Inter, dei Boys San, Marco Piovella ha risposto alle domande del Gip, Guido Salvini, chiarendo alcuni aspetti riguardanti la morte di Daniele Belardinelli, l’amico fraterno, tifoso nerazzurro, investito da un auto e poi morto in ospedale la notte a cavallo tra il 26 e il 27 dicembre.
Dei quattro arrestati, Piovella è l’unico testimone di quanto accaduto in quegli attimi, fatali per la vita di Belardinelli.
Il leader dei Boys, arrestato il 31 dicembre per la guerriglia di Santo Stefano, ha approfondito sull’accaduto.
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Il testimone avrebbe aggiunto solo qualche dettaglio in più rispetto a quanto dichiarato durante l’interrogatorio in carcere. Ovvero di come avrebbe visto l’amico che veniva travolto da una vettura, che viaggiava a bassa velocità, della quale non ricorderebbe il modello e la targa, circostanziando anche la possibilità che Belardinelli fosse già in terra, perché probabilmente urtato da un’altra auto poco prima.
Il Gip nell’ordinanza di convalida dell’arresto del leader della curva aveva scritto di come fosse pericoloso e reticente. Anche oggi Piovella avrebbe mantenuto lo stesso atteggiamento. Nel corso del lungo interrogatorio Piovella, pur confermando la sua presenza durante il combattimento, al Gip avrebbe detto: “Io mi occupo solo delle coreografie” conclude.
Ma non è tutto Piovella oggi ha ribadito, come nell’interrogatorio in carcere, di come alla fine gli scontri aveva visto l’amico steso sull’asfalto e che fu proprio lui a prenderlo e caricarlo in macchina trasportandolo in Ospedale al San Carlo. “Daniele era cosciente e ha detto mi fanno male le gambe” dice Piovella