Era solo questione di tempo. José Mourinho non è più l’allenatore del Manchester United. Il club lo ha reso noto stamattina con un comunicato ufficiale. Per il momento la squadra è stata affidata a Micheal Carrick, leggenda dei Red Devils, allenatore in seconda da quest’anno.
Per l’ex Inter si tratta del terzo esonero in carriera dopo quello con il Real Madrid nel 2013, il 17 dicembre 2015 viene licenziato dal Chelsea. Quello di oggi era uno scenario annunciato, considerati i deludenti risultati di questo inizio di stagione.
Lo United, infatti, ad oggi, è al sesto posto in classifica e ha 19 punti di distanza dal Liverpool capolista. Ed è stata proprio la sconfitta contro i Reds di domenica scorsa la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Perché la squadra non è soltanto lontana dalla prima posizione, ma anche da quelle utili per l’accesso alla Champions League: il quarto posto, ora occupato dal Chelsea, è lontano già undici punti.
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Certo, non è una distanza impossibile da colmare considerando che la stagione è ancora lunga, ma per una squadra senza continuità di risultati come il Manchester United forse sì.
Ecco, la continuità. E’ quella che è sempre mancata a José Mourinho nella sua avventura all’ombra dell’Old Trafford, iniziata nel 2016. La prima stagione non è andata neppure così male con tre trofei: Community Shield (contro il Leicester campione d’Inghilterra), Coppa di Lega ed Europa League (quindi accesso diretto alla Champions League). Da lì in poi, il nulla. Al secondo anno si è piazzato dietro l’inarrivabile Manchester City di Pep Guardiola, suo acerrimo rivale dai tempi del Clasico, ottenendo così la qualificazione in Champions League. Eliminato in tutte le altre competizioni, ha perso poi la finale di FA Cup contro il Chelsea di Antonio Conte, altro acerrimo antagonista del portoghese.
Con il tecnico italiano ci sono stati molti screzi in questi anni. Nelle interviste e anche faccia a faccia in campo. In effetti di recente si è parlato molto di Mourinho più per questioni extra calcistiche che per altro. In questi primi mesi di stagione ha dato il meglio di se stesso: ha ingaggiato un duello con i tifosi di United, Chelsea e Juventus nel giro di poche settimane, ha sfiorato la rissa con un collaboratore di Maurizio Sarri (non colpevole, almeno stavolta) e ha avuto dei battibecchi piuttosto accesi con Paul Pogba.
Quest’ultimo nome ci permette di aprire un altro importante discorso legato al Manchester United di Mourinho, cioè la campagna acquisti. Da quando c’è lui, il club ha speso oltre 400 milioni per il calciomercato in entrata. È stato accontentato in ogni richiesta, a partire proprio da Pogba, riportato a casa per una cifra superiore ai 100 milioni di sterline (con tanto di super commissione a Mino Raiola). Nonostante tutto, non è riuscito ad ottenere i risultati sperati dalla società. Che sperava di aprire con lui una nuova era alla Ferguson.
Ma oltre alla questione risultati, ciò che appare evidente è che l’amore fra Mourinho e il Manchester United non sia mai sbocciato. Né con la dirigenza e né soprattutto con i tifosi, che da tempo “invocano” l’esonero. Oggi sono stati accontentati. E adesso? Quale sarà il futuro di Mourinho? Da qualche settimana si parla di un possibile ritorno all’Inter, lì dove ha scritto la storia e ha lasciato il cuore.
di Pasquale La Ragione
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