Formula 1, sponsorizzazioni gonfiate: le indagini della Procura di Monza

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Formula 1, scandalo su sponsorizzazioni gonfiate.
I casi di sponsorizzazioni gonfiate nello sport non sono una novità. E anche la Formula 1 è stata recentemente oggetto di indagine, dato sono stati riscontrati alcuni contratti sospetti.

Come riportato dall’AGI, 24 procure italiane hanno indagato su alcuni casi degli ultimi dieci anni che hanno riguardato F1, Motomondiale e altri campionati. Circa ottanta le persone oggetto dell’indagine. Il 7 luglio 2018 sono arrivate dalla Procura di Monza le prime quattro condanne nei confronti di presunti componenti dell’associazione a delinquere.
Secondo l’accusa avrebbero creato 80 milioni di fondi neri utilizzando il Circus per ripulire denaro. L’inchiesta ha preso il nome di ‘Autodromo’. Sono spuntati fuori sia cifre che nomi eccellenti.

I magistrati di Monza nelle pagine delle motivazioni spiegano come sono arrivati alle condanne di alcuni soggetti idagati. Sette anni e quattro mesi Alberto Bernardoni. Il 60enne considerato il leader e la mente della cupola criminale.

Il sistema era basato su su una miriade di società, anche offshore, e in particolare su tre società di diritto inglese (Ara Services, Ad Evolution e Proflexi Services). Esse erano prive di reale consistenza economica ed avente la funzione di stipulare contratti per la sponsorizzazione o per altre tipologie di servizi con i soggetti italiani aderenti alla frode.

L’accusa ha accertato che tali entità emettevano fatture per operazioni totalmente o parzialmente inesistenti nei confronti di società italiane partecipanti alla frode con oggetto contratti di sponsorizzazione.

Marco Bonanomi (pilota Audi) e Amato Ferrari (ex pilota e ora amministratore del team Af Corse) hanno confermato che Bernardoni si era fatto avanti proponendo la possibilità di ricavare denaro in nero. Dunque aggirando il Fisco italiano. Anche nomi eccellenti come quelli di Giancarlo Fisichella e Max Biaggi compaiono nell’inchiesta.

Di mezzo ci sono contratti stipulati con alcune delle società creatrici di fondi neri per lo sfruttamento dell’immagine. In particolare, per l’utilizzo dei loghi ‘Biamax’ e ‘Fisiko’. L’ex driver di Formula 1 ha disconosciuto il contratto firmato con Ad Evolution. Nega di aver ricevuto retribuzioni per alcuna sponsorizzazione.

Coinvolti pure altri ex piloti di F1 come Jarno Trulli e Felipe Massa per pubblicità di alcuni marchi. Nicolas Todt, manager del brasiliano, ha negato di avere mai avuto rapporti diretti con Ad Evolution. Tale società avrebbe stipulato i contratti di sponsorizzazione nell’interesse di Massa con Autoclima srl.
Il figlio di Jean Todt ha raccontato di avere avuto come unico interlocutore il coimputato Salvatore Falvo. Quest’ultimo procacciava clienti per l’organizzazione criminale e ha patteggiato la pena a luglio.

La Guardia di Finanza ha rilevato anche che sarebbero stati gonfiati anche i contratti per la pubblicità nel biennio 2012-2013 del marchio d’abbigliamento Gaudì. Ciò è avvenuto sui caschi dello Jules Bianchi, pilota di F1 morto nel 2015, e di quello tedesco Timo Glock, anche lui ex driver del Circus. Lowdon Graeme, presidente della scuderia Marussia-Manor Grand Prix che li faceva correre, ha smentito di aver incassato le somme emerse dalle indagini. Ha spiegato di aver incassato solamente 60mila euro e di non conoscere la Proflexi.

 

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