MotoGP Malesia, Dovizioso: “Ducati migliorata, ma per il titolo non basta”.
Andrea Dovizioso è reduce dal miglior risultato ottenuto a Phillip Island a quando corre in Ducati, un terzo posto decisamente migliorativo rispetto al tredicesimo conquistato nel 2017.
Un segnale dei miglioramenti fatti dalla casa di Borgo Panigale quest’anno.
Tuttavia, i progressi effettuati sulla Desmosedici GP18 non hanno permesso al pilota forlivese di strappare il titolo a Marc Marquez. Tra errori del Dovi stesso e una maggiore competitività dell’avversario, non è stato possibile riportare il titolo MotoGP in Ducati dopo il trionfo di Casey Stoner nel 2007. Undici anni di digiuno, tanti.
Questo weekend potrebbe almeno riportare il marchio italiano sul gradino più alto del podio. Infatti, il Motomondiale approda in Malesia su una pista favorevole alla Desmosedici. Dovizioso ci ha vinto sia nel 2016 che nel 2017 e pertanto parte come favorito.
Tuttavia, nella conferenza stampa odierna il pilota di Forlimpopoli non si è troppo sbilanciato: «Penso che la pista sia molto buona per me. Ma se guardiamo i risultati del passato non ho ottenuto buoni risultati sull’asciutto. Negli ultimi due anni abbiamo corso sul bagnato. Sarà interessante vedere quanto saremo veloci in caso di pista asciutta»
Il pilota Ducati aveva tenuto vivo il campionato fino all’ultima gara nella passata stagione, raccogliendo le stesse vittorie (sette) di Marquez. Quest’anno i giochi per il titolo si sono chiusi prima, dunque l’ambizione di Dovizioso è di essere maggiormente forte nel 2019: «Abbiamo mostrato i nostri progressi nella seconda parte di questa stagione, la conferma l’abbiamo avuta in Australia, era molto importante capirlo, ma credo che non sia sufficiente. La moto è migliore, in Australia siamo andati meglio, ma non è sufficiente per la vittoria, ho ancora dei margini di miglioramento, dobbiamo continuare a migliorare la moto se vogliamo vincere il Mondiale».
L’uomo da battere sarà sempre Marquez, però per batterlo serve un ulteriore step. La sensazione è che quest’anno la Desmosedici sia spesso stata la moto migliore, ma che la differenza l’abbia fatta il pilota spagnolo su una Honda comunque forte ovunque con lui in sella. Se il Dovi avesse commesso qualche errore in meno, la lotta titolata sarebbe stata più avvincente. Probabilmente il fenomeno di Cervera avrebbe poi vinto lo stesso, però i giochi non si sarebbero chiusi già a Motegi.
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Di Matteo Bellan