Di Quintiliano Giampietro
“Le ragazze mi hanno reso una rockstar perchè tutti mi fermano”. “La nostra medaglia è una spinta per il volley italiano”. “Abbiamo dato un messaggio di normalità”. Sono alcuni estratti dell’intervista rilasciata in ESCLUSIVA alla redazione di SportNews.eu dal Ct dell’Italia femminile di volley, Davide Mazzanti, reduce dalla conquista della medaglia d’argento ai Mondiali in Giappone.
Sono trascorsi sei giorni dalla finale contro la Serbia. Qual è l’umore del ct della Nazionale?
“E’ ottimo perché sento che le ragazze hanno fatto un grandissimo percorso e avverto la mia inquietudine di voler trovare sempre nuove soluzioni. E’ una situazione piacevolissima perché l’affetto che sto ricevendo è incredibile. Come al solito cambia tutto ciò che hai intorno, con la gente che si è affezionata a noi”.
La sua squadra è molto giovane quindi può lavorare con lo stesso gruppo affinché la prossima medaglia sarà d’oro?
“Conta poco la medaglia vinta con la competizione successiva. Dobbiamo ancora qualificarci per le Olimpiadi del 2020. Si riparte tutti da zero e sarà durissima”.
Malgrado i numerosi e prestigiosi risultati ottenuti nella storia, il volley italiano resta sempre nella voce “altri sport”. Crede che questo Mondiale sia vitamina per far crescere il movimento?
“Credo sia una spinta molto importante per l’intero movimento. Ho visto tanti bambini emozionati aspettarci al nostro ritorno in Italia. A livello di spinta propulsiva le ragazze hanno fatto qualcosa di importante sulla base. E’ una cosa che dovremo alimentare nei prossimi mesi perché l’euforia tende a svanire, quindi noi dobbiamo essere bravi a mantenere l’interesse verso il nostro sport”.
Avete ricevuto tanti riconoscimenti e una grossa risonanza mediatica. Lunedì l’incontro con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Che significato ha?
“Un motivo di grande orgoglio. Percepivamo ma non in maniera così forte quello che stava accadendo in Italia. Mi inorgoglisce come quando al supermercato le persone che magari non hanno mai seguito il volley si fermano per farmi i complimenti. Abbiamo avuto il riconoscimento di tutti, dalle massime cariche dello Stato a persone comuni. Alle ragazze ho detto che mi hanno reso una rockstar perché tutti mi fermano per farmi i complimenti. Vuol dire che l’abbiamo fatta grossa”
A prescindere dal risultato sportivo, qual è il messaggio prodotto dalla sua squadra con questo Mondiale? Vi sentite degli eroi?
“Non credo che le ragazze si sentano degli eroi. Il messaggio più bello è il lavoro di squadra, fatto con umiltà e normalità. Ecco, la normalità è il segnale più bello che hanno dato. Forse le persone hanno bisogno di cose normali per emozionarsi”.
Sotto il profilo personale cosa le ha insegnato questo Mondiale?
“Ho scritto un quaderno di cose. Questa esperienza mi ha dato un ulteriore spinta a continuare sul cammino intrapreso. Sono stupito per quello che mi hanno dato le ragazze e convinto che mettere le persone al centro del percorso alla fine paghi. Mi rimane dentro l’emozione che hanno respirato gli italiani da casa e vedere le ragazze esprimersi a livelli incredibili. Sono tornato con ulteriore entusiasmo, la cosa che mi aiuta a stare sul pezzo”.
Tra le giocatrici della Nazionale c’è sua moglie, Serena Ortolani, anche se non è titolare. Come riesce a conciliare questo doppio ruolo di allenatore-marito?
“Durante il Mondiale ho svolto con facilità questo doppio ruolo. L’unica cosa difficile per me e Serena è stata la lontananza da Gaia, la nostra bimba di 5 anni. E’ dura restare tutto quel tempo senza di lei”.