Di Quintiliano Giampietro
“Spensieratezza e dimenticare quanto fatto finora”. “Questa squadra somiglia alla mia, può farcela”. Questi ed altri argomenti nell’intervista ESCLUSIVA rilasciata alla redazione di SportNews.eu da Marco Bonitta, ct della Nazionale che nel 2002 a Berlino conquistò il Mondiale.
Italia di nuovo in finale dopo quella allenata da lei quando conquistò l’unico mondiale finora nella bacheca del volley femminile. Cosa pensa di queste azzurre che forse nessuno immaginava potessero ottenere un risultato così prestigioso?
“Giudizio estremamente positivo. Questo Mondiale è il frutto di un progetto, di tenacia, sacrificio e grandissime qualità sia fisiche che morali. Finale ampiamente meritata. Forse questo risultato è inaspettato per chi è al di fuori ma loro secondo me avevano la certezza di poter fare qualcosa d’importante. Poi hanno fatto il cosiddetto salto del canguro, cioè il doppio salto di qualità’ “.
Cosa le ha impressionato di più di questa squadra?
“La loro organizzazione di gioco, la tenacia nel giocare ogni pallone. Più che i singoli mi ha impressionato il gruppo. Peraltro una squadra più giovane della mia”.
Non c’è dubbio però che la Enogu stia facendo la differenza…
Come noi avevamo la Togut, loro hanno la Enogu. Questo è chiaro”.
Trova qualche similitudine tra la sua squadra campione del Mondo nel 2002 e quella di Mazzanti?
“Ne trovo diverse. Allora come oggi è una squadra frutto di un progetto. Poi riconosco lo stesso spirito tra le ragazze. Quando una squadra è forte le similitudini sono abbastanza chiare”
Domani ci sarà la Serbia campione d’Europa e vice olimpica, unica peraltro a battere l’Italia anche se la sconfitta è stata indolore. Che gara sarà?
“Se l’Italia gioca come ha fatto contro la Cina credo che la Serbia incontrerà molte difficoltà. In finale sono arrivate le due squadre che l’hanno meritata. La gara persa alle Final Six non influenzerà le azzurre. Contano teste e gambe ora. Se devo fare un pronostico dico 50 e 50”.
Come si vince un Mondiale?
Con un pò di spensieratezza, dimenticando tutto quello che è stato fatto prima.
Quale consiglio darebbe al ct Mazzanti?
“E’ difficile e sbagliato dare consigli ad un collega che sta per affrontare una finale mondiale”.