ESCLUSIVO/ Gabriele Gravina: “Non c’è tempo da perdere. Riforme subito. Lavorare insieme sarebbe un miracolo”

Di Quintiliano Giampietro

Il futuro del calcio italiano, l’anno zero, la riforma dei campionati. Sono alcuni degli argomentati trattati da Gabriele Gravina, nell’intervista ESCLUSIVA concessa alla redazione di SportNews.eu

Lunedì prossimo alle elezioni per la presidenza della FIGC, Gravina sarà candidato unico.

Gabriele Gravina, il 22 ottobre diventerà presidente della Federcalcio. Si presenterà da candidato unico con largo consenso. Si poteva evitare il commissariamento?

“In quel momento purtroppo non c’erano le condizioni per evitarlo. L’importante è essere riusciti a trovare un’intesa”.

Resta la frattura con l’Assocalciatori di Damiano Tommasi. Rimpianti?

“No. Con Damiano nessun rancore. Bisogna però privilegiare quello che è il progetto d’interesse comune del calcio. Stare insieme è un bene al quale non si può assolutamente rinunciare per ottenerlo”.

Fede, azione, alleanze. Ha sintetizzato il suo programma con queste 3 parole, dicendo che bisogna uscire dal Medioevo e puntare ad un nuovo Umanesimo. In cosa consiste la rivoluzione targata Gravina?

“Federazione, quella che per molti è una sola parola, per me racchiude un mondo. Fede significa fiducia, azione significa operatività . Fede deriva da fedes, quindi alleanza. In pratica bisogna lavorare insieme, con fiducia per raggiungere obiettivi importanti, quindi operatività e azione”.

Il presidente della Repubblica Mattarella ha chiesto un calcio più moderno, a partire dagli stadi di proprietà. Sulla stessa lunghezza d’onda il numero uno della Uefa Ceferin.

“E’ una riflessione giusta, corretta e scontata. E’ sotto gli occhi di tutti. Bisogna trovare la soluzione. Enunciare i temi, i problemi senza proporre soluzioni credo sia un modo come un altro per delegare le responsabilità. Io per cultura le prendo, le so gestire. Cercherò di elaborare tante idee per portare a casa progetti importanti anche in un settore fondamentale come quello delle infrastrutture”.

Riforma dei campionati, giustizia sportiva e bilanci delle società sono tre punti molto importanti. Cosa intende fare?

“Subito il nuovo codice dei controlli, il nuovo codice della giustizia sportiva, riforma dei campionati. Con l’aiuto del Governo potremo arrivare alla modifica della legge 91, con l’introduzione del semiprofessionismo”.

A proposito di campionati, quello che è accaduto per la serie B quest’anno è paradossale. Cosa fare in futuro affinché non si ripeta più?

“La certezza dei controlli. Innanzitutto stabilire le modalità legate ad un format, poi intervenire sulla parte della certezza delle norme e delle sanzioni. Quando ci sono riferimenti certi nell’applicazione delle norme soprattutto sulle iscrizioni, questi episodi vengono eliminati alla fonte”.

Ha parlato di Governo, nei giorni scorsi la politica si è espressa sul nostro calcio. Il Sottosegretario con delega allo Sport Giancarlo Giorgetti chiede celerità nelle riforme altrimenti interverrà proprio il Governo. Il Ministro degli Interni Matteo Salvini propone il contributo dei club per l’ordine pubblico negli stadi. Cosa risponde?

“Temi che saranno affrontati, non possono essere sintetizzati con una semplice risposta positiva 0 negativa. Bisogna capire esattamente qual è il peso che viene assegnato sotto il profilo sociale a tutto il fenomeno calcio. A volte si parla di questa disciplina con riferimento solo ad alcune realtà, dimenticando cos’è il calcio, qual è la sua dimensione sociale, cosa fanno alcuni impavidi guerrieri, cioè quei presidenti di tanti club che per reggere e dare risposte al territorio sono costretti a sostenere dei sacrifici importanti. Bisogna parlarne con puntualità e capire i punti di forza e le criticità di alcune proposte.

Comunque lei promette celerità nelle riforme?

“Assolutamente sì. Non c’è tempo da perdere”.

La Nazionale è l’asset più importante della FIGC e si parla di cambiamenti. Lei ha grande stima di Giuseppe Marotta. C’è la possibilità concreta che l’ex dirigente della Juventus possa guidare il Club Italia?

“La ritengo molto difficile come ipotesi. Lavoreremo affinché il Club Italia abbia la sua fisionomia così come l’abbiamo tracciata, con profili che sono di grande specializzazione e qualità”

Intanto la vittoria contro la Polonia ha evitato la retrocessione in serie B della Nazionale. Lei ha sostenuto che il ct Mancini sia stato poco supportato in questi mesi, pensiero che ha innescato un botta e risposta con il dg della Federcalcio Michele Uva…

“Mi dispiace che siano state fraintese le mie parole. Negare che la Federazione non abbia avuto la governance mi pare fuori luogo. La mia dichiarazione è legata al fatto che a Mancini è mancata la governance federale. Che poi abbia avuto il supporto tecnico e organizzativo è fuori dubbio, e ci mancherebbe altro che gli fosse venuto meno perché è dovere da parte della struttura supportare responsabilmente tutto il Club Italia. Io mi riferivo e mi riferisco ancora alla mancanza della gestione politica, importante per la crescita e il support al Ct e a tutte le Nazionali”.

E’ davvero l’anno zero del calcio italiano?

“Non lo so. Sono dichiarazioni che sento. Il nostro calcio ha la sua storia, la sua qualità. Sicuramente in questo periodo ha momenti di grande criticità. Bisogna eliminarli e recuperare nel più breve tempo possibile tutti i presupposti per tornare ai livelli più consoni alla nostra storia e al nostro modo di vivere in questo stupendo gioco”.

Lei è stato il principale artefice della storica promozione in serie B del Castel di Sangro, una piccolissima realtà abruzzese di 5000 abitanti. Molti lo definirono “miracolo sportivo”. Ha bisogno di un altro miracolo per risollevare le sorti del nostro calcio?

“Non so se i miracoli siano ripetibili. L’unica cosa da fare in questo momento è lavorare tutti insieme. Quello sì che sarebbe un bel miracolo”.

Gabriele Gravina ha una squadra del cuore?

“Sì. Tutte le Nazionali. La mia maglia preferita è quella azzurra. Quando devo tifare tifo Italia”.

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