La sconfitta della Roma a Milano contro il Milan ha posto sul banco degli imputati il tecnico dei gallorossi Eusebio Di Francesco, che ha stravolto la squadra rispetto alle prime uscite.
L’allenatore giallorosso sembra non aver trovato ancora la quadratura giusta per lo schieramento della sua Roma in questa stagione. Alla prima uscita contro il Torino il modulo è stato il 4-3-3, con Under e El Shaarawy ai fianchi di Dzeko, e con Strootman (nel frattempo passato al Marsiglia) in mezzo al campo. In quel match era stato decisivo l’ingresso di Kluivert nella ripresa. La vittoria per 1-0 allo scadere aveva un po’ offuscato i problemi avuti dai ragazzi di Di Francesco all’Olimpico di Torino.
La seconda uscita, contro l’Atalanta, ha palesato nuovi problemi per la Roma, dominata per un’ora di gioco dai neroazzurri, rimontati solo nel finale. Anche in questo caso era stato 4-3-3, con Pastore sulla sinistra e Under sulla destra al sostegno di Dzeko. In mezzo, insieme a De Rossi, il duo Cristante-Pellegrini. Il pari era arrivato poi nella ripresa quando erano entrati N’Zonzi e Kluivert dal 1’st e Schick a metà ripresa.
Contro il Milan, invece, una rivoluzione totale. 3-4-1-2 con Marcano, all’esordio in giallorosso, nei tre dietro insieme a Fazio e Manolas, Karsdorp (un altro esordio), sulla fascia destra al posto di Florenzi, con Kolarov dall’altra parte; mediana granitica con De Rossi e N’Zonzi e Pastore dietro Schick-Dzeko. Una rivoluzione che ha destabilizzato i giocatori in campo, tanto che a inizio ripresa, col cambio El Shaaray-Marcano, si è tornati al 4-3-3. La reazione c’è stata, col pareggio di Fazio, ma la sconfitta è arrivata all’ultimo minuto. Da questo resoconto si capisce bene che, una Roma costruita in estate per il 4-3-3, difficilmente potrà andare verso altre soluzioni. E Di Francesco dovrà al più presto accorgersene.