La Juventus è riuscita nell’impresa, ha eliminato il Barcellona di Luis Enrique. Al ‘Camp Nou’ ha dimostrato l’efficacia di una difesa affidabile, dando una lezione a distanza al Psg di Emery, che è riuscito a prenderne 6, venendo eliminato pur avendo segnato ben 4 reti in casa e una in Spagna.
Un crollo quello francese che non era preventivabile per i bianconeri, data la differente organizzazione tattica. Al ‘Camp Nou’ infatti termina 0-0, con il pubblico ammutolito nel vedere una squadra irriconoscibile. Blaugrana inchiodati su un risultato decisamente anomalo per i propri standard, con zero reti all’attivo in 2 match e ben tre subite.
Come sempre accade, in certi casi il ruolo del tecnico è anche quello di smorzare gli entusiasmi. In tanti infatti parlano di finale ormai in tasca, mentre Allegri ribadisce: “Vanno fatto i complimenti ai ragazzi ma non si è fatto altro che conquistare un passaggio ulteriore per la finale di Cardiff. La semifinale non è il traguardo. Gustiamoci questo passaggio, ma non esaltiamoci. Da domani si torna a pensare al campionato: domenica dobbiamo dare un bel morso”.
Non sono mancate però le critiche, con Allegri che ha dovuto fronteggiare un nemico storico, mediaticamente parlando. Trattasi di Arrigo Sacchi, che ai tempi del Milan ha dato dimostrazione della poca stima del gioco del tecnico toscano. Tanto pragmatismo e poco spettacolo, quasi zero: “Dal punto di vista fisico e agonistico la Juventus è stata di alto livello, mentre la qualità del gioco, invece, non è stata come io speravo. Il possesso palla è modesto, c’è stata poca collaborazione però tanto di cappello alla squadra. Forse sono io che sopravvaluto la Juve. L’allenatore è bravo, ma ogni tanto fa del tatticismo”.