Nella giornata di oggi in Australia è stato arrestato un uomo di 51 anni, accusato d’aver recato danno agli All Blacks, celando una microspia all’interno dell’Hotel Intercontinental di Sydney proprio dove alloggiava la squadra, prima di fronteggiare l’Australia nel match dello scorso 20 agosto.
Gli All Blacks vinsero l’incontro col risultato di 42-8, decisamente schiacciante ma, al termine della sfida, informarono le autorità d’aver trovato un dispositivo d’ascolto, strategicamente posizionato all’interno della sala riunioni nei giorni precedenti la partita. Il ritrovamento è avvenuto grazie a una delle bonifiche di routine richieste dal ct Hansen, ex poliziotto.
RUGBY – ALL BLACKS SPIATI: C’E’ IL PRIMO ARRESTO
Le indagini degli agenti australiani hanno portato al fermo di un uomo, operante come addetto alla sicurezza degli All Blacks. Questi sarà chiamato a comparire dinanzi la corte di Sydney il prossimo 21 marzo.
In merito si è espresso il ct Hansen: “Vicenda bizzarra e incredibile, difficile da capire. L’uomo accusato ha lavorato per noi a lungo ed era qualcuno di cui avevamo fiducia e stima. Tuttavia, come tutti i processi deve essere celebrato dinanzi ai giudici e quindi per il momento non è giusto fare ulteriori commenti”.
La cimice è stata ritrovata all’interno di un cuscino di una delle sedie della sala riunioni.