NOTIZIE BASKET – Ieri Milano e Avellino, in maniera diametralmente opposta, hanno dato spettacolo. L’Olimpia, davanti al suo pubblico, ha quasi scherzato per 20 minuti, prima di mettere il turbo e chiudere la pratica Cremona con un terzo quarto devastante, marchiato a fuoco da un parziale di 20-2 che dice tutto sulle potenzialità della squadra di Jasmin Repesa. La Sidigas, invece, ha lottato per 40 minuti contro una squadra ostica come Reggio Emilia e trionfato grazie alla perla (da 3 punti) di Joe Ragland allo scadere, senza contare poi la voglia di vincere dei suoi americani, che nel finale hanno riaperto una partita che sembrava destinata a prendere la direzione opposta.
Le due squadre arrivano alla finale in condizioni simili: roster decisamente più lunghi dell’anno scorso, talento e stazza diffuse in ogni ruolo e una chimica di squadra ancora da costruire. Entrambe, poi, rischiano di dover fare a meno di un lungo importante. Milano ieri ha visto la caviglia di Raduljica girarsi, il giorno prima Avellino ha visto accadere la stessa cosa a Fesenko. A fare la differenza, oltre al pubblico che sarà quasi tutto schierato per Milano che gioca in casa, sono i nomi dei singoli. Da una parte c’è un Olimpia costruita per dominare in Italia e vincere in Europa, dall’altra una Scandone che proverà a fare la sorpresa in campionato e a giocare una Champions League da protagonista.
Eppure gli irpini, pur partendo sfavoriti, hanno gli strumenti per impensierire Milano. Sugli esterni Green, Ragland e Obasohan assicurano punti, tiro da 3 e buona circolazione di palla. In ala Thomas e Randolph sono giocatori a cui far attenzione, mentre sotto canestro l’esperienza di Leunen e Cusin può far la differenza, soprattutto in difesa. Milano risponde con un roster impressionante per profondità, stazza e talento. Tantissimi le soluzioni a disposizione di Repesa che può contare sul talento di Simon, Gentile e Kalnietis, la solidità di Cinciarini, Hickman e Dragic, per non parlare di McLean e Sanders sotto canestro. Il tutto senza dimenticare ovviamente Alessandro Gentile, chiamato a fare un ultimo salto di qualità e a consacrarsi definitivamente ad altissimo livello. In ogni caso, mancano poche ore, poi sarà il campo a dare i primi verdetti dell’anno.