NOTIZIE ATLETICA – Il day after, per Alex Schwarzer, è durissimo da affrontare. Il marciatore azzurro ha iniziato con un “Sono distrutto. Ci vuole rispetto per le persone” la sua conferenza stampa, seguito da 45 secondi, lunghissimi, di silenzio. Poi la rivelazione: “Sono stato io ad insistere a venire qui in Brasile per l’udienza difronte al Tas. Volevo metterci la faccia per non lasciare nulla di intentato. Sandro (Donati, ndr) e anche l’avvocato Brandstaetter mi avevano sconsigliato. Pensare che lunedì dopo l’udienza avevo detto a Sandro che avrei smesso dopo le Olimpiadi”.
Così sulla sentenza: “Non mi sembrava che l’udienza fosse poi andata così male. Invece di quelle dieci ore che abbiamo parlato dove Donati ha presentato il suo power point, non è rimasto nulla, solo una grande amarezza. Non conosco ancora le motivazioni ma mi pare si siano limitati a una semplice cosa tecnica. Credevo di poter partecipare alle Olimpiadi di Rio, è da oltre un anno che lavoro e facendo parecchi sacrifici, soprattutto economici”.
Donati all’attacco: “Era un verdetto che ci attendevamo. Abbiamo cercato di dissuadere Alex dalla volontà di andare avanti, ma lui voleva inseguire fino all’ultimo il sogno di correre. Questo incredibile viaggio mi sa tanto di beffa studiata per umiliarlo. i lascio immaginare che cosa ha significato per noi venire al patibolo, sapendo cosa sarebbe stato. Chi di voi crede realmente che la IAAF sia diventata un’operazione modello per il boicottaggio ai russi? Ma stiamo scherzando? Questa è la federazione che si è fatta corrompere dai russi. Ora torneremo il prima possibile in Italia Alex ha l’equilibrio per affrontare la vita oltre l’atletica: ci aveva già detto che comunque avrebbe smesso di correre dopo Rio”.