NOTIZIE RIO 2016 – Gianmarco Tamberi era la grande speranza Azzurra per l’Atletica. Del resto l’oro all’Europeo e le grandi misure realizzate in stagione lo rendevano uno dei favoriti alla medaglia nel salto in alto. Invece un infortunio lo ha fermato a poche settimane dal sogno olimpico, ma a Rio “Gimbo” ci sarà eccome e a spiegare il motivo è stato lui stesso, oggi sulle pagine de “La Gazzetta dello Sport”. Ecco alcuni passaggi della sua intervista: “Oltre all’atletica seguirò Il basket e gli Stati Uniti in particolare. Poco importa se non ci saranno LeBron James e Steph Curry. Daranno spettacolo lo stesso, spero di incrociarli. Proprio in queste ore ho ricevuto la maglia del mio idolo Tracy McGrady: un regalo di consolazione. Comunque guarderò di tutto un po’. Tranne il golf: tanti big hanno rinunciato. Ma cosa l’hanno messo a fare all’Olimpiade?”.
Così sugli italiani: “Mi sgolerò per Gregorio Paltrinieri: è fortissimo. Ci siamo parlati spesso senza mai incontrarci. Sarà l’occasione giusta. Farà gridare di gioia l’Italia come avrei voluto fare io. Pellegrini portabandiera? E’ giusto, è l’atleta più rappresentativa. L’alternativa poteva giusto essere Paltrinieri, ma forse è troppo giovane. Lo candido per Tokyo. Il caso Diouf? La mattina che è stata giubilata via sms, mi ha subito scritto per dirmi cosa le era successo. Pazzesco. Ci rifaremo insieme in Giappone”.
La gara di salto in alto: “Intanto, anche se non accadrà, spero servirà un 2.48, così non avrò altri rimpianti. Sarà durissima guardare la gara. Il mio favorito è Bondarenko, per le altre medaglie dico il canadese Drouin,il siriano Ghazal e lo statunitense Kynard. E, mio malgrado, lascio Barshim giù dal podio. Chesani? Lo sento voglioso, ma ha un po’ di timori: gli serve fiducia”.
Il doping e la Russia: “Da un lato è stato giusto dare un segnale forte nella lotta al doping e fermare un Paese che ne ha combinate di tutti i colori, dall’altro è difficile accettare che si possa vietare l’Olimpiade a chi non è mai risultato positivo. Vivo sulla mia pelle cosa vuol dire dover rinunciare ed è drammatico. Bolt? L’atletica mondiale sopravvive grazie a lui. Ci sono altre stelle, da Rudisha a Farah e Lavillenie, ma senza Usain la disciplina vivrebbe nell’anonimato. Tutti gli altri messi insieme non valgono quel che vale lui. La sfida con Gatlin? Sapete come la penso sugli ex dopati”.