NOTIZIE ITALIA – Il capitano dell’Italia, Gianluigi Buffon, ha parlato in conferenza stampa alla vigilia della sfida contro la Svezia.
Il gol di Ibrahimovic di tacco?
“Di quel gol – del 2004, di tacco, ndr – non ho un gran bel ricordo, ho apprezzato più avanti il gesto tecnico. All’epoca Zlatan era un talento ancora giovane, non si riusciva ancora a capire che tipo di carriera avrebbe poi fatto. In questi dodici anni ha dimostrato più volte le sue capacità, quella rete l’ha già ripetuta tre o quattro volte. È una specialità della casa“.
La seconda gara persa in Brasile contro il Costa Rica?
“Storicamente nella seconda partita abbiamo avuto dei problemi, siamo qui per risolverli. L’inizio è stato confortante, probabilmente non ce lo aspettavamo neppure noi. Una nostra forza è sicuramente quella di conoscere i propri limiti, sai quel che devi mettere in campo e come preparare certe partite per non steccare. Con i nordici se fai un’ottima partita la vinci, buona la pareggi, non sufficiente perdi. Non ti regalano niente“.
La mentalità juventina in difesa?
“Sicuramente con tutti i reparti arretrati con cui ho giocato e condiviso tante esperienze ho sempre avuto un feeling particolare. E’ l’ingrediente più importante per cercare di arrivare, se non al successo, più avanti possibile. Con Leo, Giorgio e Andrea giochiamo insieme da anni, siamo una difesa collaudata, di ragazzi che si conoscono molto bene. Questo può rendere le cose un po’ più semplici“.
Ibrahimovic?
“Lo temiamo perché è uno di quei giocatori che fa la fortuna delle squadre in cui gioca. La Svezia non è solo Ibrahimovic, ma è chiaro che un talento come il suo, oltre alla forza, la convinzione e la consapevolezza di essere un campione non è riscontrabile negli altri. Per me sarà un bel problema“.
Bonucci?
“Sono evidenti che caratteristiche abbia, è un playmaker difensivo della squadra, sa impostare benissimo, ha dei piedi felici che gli permettono di rischiare e osare delle giocate difficili. Ha il coraggio e la personalità per qualche giocata al limite. In questi anni a livello difensivo è migliorato tanto“.
Le analogie fra il 2006 e il 2016?
“Abbiamo vinto 2-0 la prima come dieci anni fa, il gruppo si forgia e diventa più forte andando avanti e conseguendo risultati. C’è una predisposizione dal primo giorno di Coverciano di creare un’amalgama e una sintonia. Se nel 2006 siamo riusciti a compiere l’impresa è stata dovuta a un’unità di intenti solo con 23 ragazzi”.