APPROFONDIMENTO NBA – La finale che tutti pronosticavano è realtà. I Golden State Warriors e Cleveland Cavaliers si contenderanno il titolo NBA per la seconda volta consecutiva, ma anche se le squadre sono le stesse e i giocatori, più o meno, anche tutto è cambiato rispetto a 12 mesi fa. I Golden State Warriors arrivano a questo appuntamento dopo una stagione regolare da record e dei Playoffs che li hanno visti andare avanti e convincere, ma anche mostrare qualche punto debole, soprattutto contro gli Oklahoma City Thunder, andati vicinissimi alla grande impresa. Dall’altra parte troviamo invece una grande Cleveland, con un nuovo allenatore (Tyrone Lue ha preso il posto del silurato David Blatt), ma soprattutto con un roster al completo rispetto a quello dell’anno scorso, falcidiato dalle assenze di primo piano.
Difficile, se non impossibile, fare previsioni in questo senso. Una cosa è certa a pesare, tanto, tantissimo, sarà il tiro da 3 punti. Entrambe le squadre lo usano come arma principale, anche se in contesti diversi. Da una parte i Warriors, in grado di punire qualsiasi difesa avversaria con le scariche improvvise di Stephen Curry e Klay Thompson, due a cui basta pochissimo per entrare in ritmo ed entrambi in grado di crearsi una conclusione in solitaria, dall’altra parte tutto, o quasi, passa dalle mani di Lebron James, che oltre che fare la voce grossa a rimbalzo e al tiro è il “vero” playmaker della squadra. In questo senso sarà fondamentale Kevin Love, grande assente dello scorso anno, chiamato a impegnare i lunghi avversari e portarli lontano da canestro, in particolare Draymond Green, vera e propria macchina da rimbalzi. Attenzione anche al duello tra Kyrie Irving e Steph Curry, con il playmaker dei Cavs impegnato a limitare l’avversario in difesa, ma soprattutto a cercare di stancarlo in attacco. Un Curry fresco è ancora più pericoloso e Cleveland dovrà fare di tutto per sfiancarlo.
Come detto, in questo contesto, è molto complicato fare pronostici, sicuramente il fattore campo, a favore dei Warriors, peserà, come peserà anche la profondità della panchina di Cleveland, che ha in JR Smith un uomo chiave, su entrambi i lati del campo e il fattore Iguodala. “Iggy” l’anno scorso è stato l’MVP della Finals, nonostante un Lebron James davvero incontenibile. Quest’anno dovrà fare altrettanto: limitare (fermare è impossibile) il numero 23 è la priorità assoluta dei Warriors.
Edoardo Lavezzari