NOTIZIE SASSUOLO – Ancora poche ore e Sassuolo conoscerà il suo destino. Se il Milan non riuscirà a battere la Juventus nella finale di Europa League la squadra di Eusebio Di Francesco parteciperà alla sua prima storica Europa League. Un obiettivo che tutti, nella cittadina emiliana, si augurano di raggiungere a iniziare dal presidente Giorgio Squinzi che, da milanista domani dovrà tifare Juventus: “Adesso mi tocca fare il tifo contro il suo Milan per avere il Sassuolo in Europa League? Ma io tiferò per Max Allegri, uno dei nostri. Ci portò dalla C1 in B. Poi mi chiese di liberarlo per andare al Cagliari. È il mio grande rimpianto, non avrei dovuto farlo. Con lui saremmo arrivati in Serie A almeno 2-3 anni prima”. Così il patrono dei neroverdi a “Il Giornale” nel corso di una lunghissima intervista.
Tanti i temi toccati da Squinzi, anche il calciomercato, con il futuro di Berardi in primo piano: “Ripartiremo dalla cessione di Berardi? Possibile. Ma non è detto. La Juventus ha un diritto di opzione a 25 milioni senza scadenza che può esercitare nel caso arrivino altre offerte. In questa stagione Berardi, pur dando un grande contributo, non ha giocato al meglio delle sue possibilità. Ma è un calciatore di classe superiore e un ragazzo molto serio, un po’ introverso e, se permette, preso di mira dagli arbitri. Intanto abbiamo riscattato dalla Roma per 3,5 milioni il 23enne Politano che ha disputato un bel finale di campionato”.
Così sull’Europa League sul paragone con il Leicester: “Se la Juventus vincesse la Coppa Italia, sarò felicissimo di portare in Europa la squadra d’una cittadina di 40mila abitanti. Ma sarà anche un azzardo. Dovremo spendere più soldi, migliorare la rosa, abituarci a giocare il giovedì. Sarà la prima volta per tutti, anche per Di Francesco. Noi come il Leicester? Il Leicester può contare su una città di 400mila abitanti e già un anno fa vantava un bilancio di quasi 140 milioni di euro. Nel prossimo arriverà a 230. Noi siamo a 60 milioni di ricavi, possiamo arrivare a 70-75 con qualche plusvalenza, non più. Ne siamo consapevoli”.