Milan, Mihajlovic: “Farò voglio restare. Spazio a chi ha fame”

Sinisa Mihajlovic, allenatore del Milan
Sinisa Mihajlovic, allenatore del Milan (getty images)

NOTIZIE MILAN – Domani il Milan tornerà in campo, a Bergamo, contro l’Atalanta, ma oggi in conferenza stampa Sinisa Mihajlovic ha parlato soprattutto del futuro, suo e del Milan. Il tecnico serbo ha ribadito di voler restare a lungo in rossonero: “Io sono sempre sereno non mi preoccupo di nulla. Io ho un altro anno di contratto e fino a quando starò qui darò tutto per far rendere al meglio la squadra. Poi come sempre gli allenatori si giudicano dai risultati e anche per me sarà così. Ci sono molti fattori da valutare, l’importante è che tutti abbiamo la coscienza pulita, che sappiano di aver dato tutto. Non chiedete a me, ma chi decide. Io posso solo dire che fino a quando starò qui farò di tutto per dare il massimo e far dare il massimo alla squadra. Poi sicuramente potevo far meglio, come tutti, ma potevo anche fare peggio. Conoscendo il Presidente Berlusconi so che non giudicherà tutto da una sola partita. Puoi dominare e perdere o vincere senza meritare. Qui invece c’è da valutare un’anno intero di lavoro e poi si deciderà. Tutti noi però, ribadisco, teniamo molto alla Coppa Italia, anche perchè in una partita singola può succedere di tutto”.

Così sul finale di stagione: “Mancano otto partite, stiamo meglio, anche se abbiamo avuto solo ieri tutti i nazionali a disposizione. Abbiamo tutti qualcosa da dimostrare in questo periodo, dobbiamo far vedere tutti di essere da Milan anche io. Incontriamo tante squadre forti, non ci sono partite facili. Gli stimoli non ci mancano in queste otto partite. Sicuramente dobbiamo fare bene, anche in chiave finale di Coppa Italia, dobbiamo arrivarci nel miglior modo possibile a livello psicofisico”.

Così invece sul tanto chiacchierato Milan italiano: “Noi abbiamo ogni partita 6/7/8 italiani in campo, gli altri spesso nemmeno uno. Poche squadre in Italia possono fare grandi investimenti, quindi si può fare una squadra solo italiana, ma serve tempo, come per tutte le cose. Noi ad esempio abbiamo Locatelli, un ottimo giocatore, ma bisogna lasciargli tempo per passare dalla primavera alla prima squadra. Da qui a vincere i campionati però bisogna programmare bene, dare tempo e avere pazienza. Servono poi giocatori bravi. Io non guardo giovani e vecchi, ma bravi e meno bravi. Se poi uno è bravo e giovane io lo metto in campo, ma non da oggi. Quando ho fatto il CT della Serbia ho cambiato tutto tranne 3 giocatori, età media 21/22 anni. Nessuno li conosceva, ma dopo un’anno e mezzo sono finiti tutti in Champions League o Europa League e anche se non ci siamo qualificati per un punto, molti di quei ragazzi con quell’esperienza hanno fatto un salto di qualità. In campo non vanno i nomi, ma le motivazioni e quelle non le compri al supermercato. Servono qualità, motivazioni e giocatori funzionali al tuo progetto non i nomi”.

Per chiudere un messaggio a Menez e Balotelli: “Non dipende da me, ma da loro. Durante la settimana devono farmi vedere che danno tutto e anche quando avranno degli spezzoni. Devono farmi vedere rispetto e massimo impegno, se non lo fanno staranno in panchina o in tribuna. Menez? Abbiamo parlato, penso e spero di essermi fatto capire bene. Mi sono spiegato molto bene, ci tenevo a farmi capire bene, credo sia tutto chiaro”.

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