Campiglio 1999, la verità. Scrive il p.m.: “Così la camorra fermò Pantani”

Giro D''Italia X

CASO PANTANI (gazzetta.it) – Confermate le anticipazioni, dalle parole di Vallanzasca in poi: fu un clan camorristico a minacciare un medico per alterare il controllo del sangue del Pirata la mattina del 5 giugno. E’ tutto scritto nelle pagine dell’inchiesta della Procura di Forlì, che l’ha chiusa con la richiesta di archiviazione per prescrizione. Ma la storia dello sport?

Una “cimice” nell’abitazione di un camorrista, le indagini della polizia giudiziaria della Procura della Repubblica di Forlì, guidata dal procuratore Sergio Sottani. Le intercettazioni ambientali e finalmente i riscontri, nomi e cognomi, che svelano, secondo la ricostruzione degli inquirenti, quanto avvenne la mattina del 5 giugno 1999 nell’hotel Touring di Madonna di Campiglio, alla vigilia della penultima tappa con Gavia, Mortirolo e arrivo all’Aprica. Il controllo del livello di ematocrito di Marco Pantani in maglia rosa. L’esclusione del Pirata dal Giro d’Italia per ematocrito alto, 51,9% contro il 50% consentito allora dalle norme dell’Uci, la federciclismo mondiale. L’inizio della fine sportiva e umana dello scalatore di Cesenatico.

SOLDI E SANGUE  “Un clan camorristico minacciò un medico, scrive il pm Sottani, per costringerlo ad alterare il test e far risultare Pantani fuori norma”. Parole che in questi anni avevamo sentito più volte, dalla famosa frase del bandito Renato Vallanzasca in carcere (“Un membro di un clan camorristico in carcere mi consigliò fin dalle prime tappe di puntare tutti i soldi che avevo sulla vittoria dei rivali di Pantani. ‘Non so come, ma il pelatino non arriva a Milano. Fidati’) al lavoro di indagine della Procura di Forlì, che il 16 ottobre 2014 riaprì l’inchiesta sull’esclusione di Pantani da Campiglio con l’ipotesi di reato “associazione per delinquere finalizzata a frode e truffa sportiva”. Indagine già svolta nel 1999 a Trento dal pm Giardina, e archiviata.

PROVA REGINA – Scommesse contro Pantani, scommesse miliardarie (in lire) che la camorra non poteva perdere. Da qui il piano di alterare il controllo del sangue. La Procura di Forlì ha ricostruito tutti i passaggi, ha sentito decine di persone, in carcere e fuori. Ha avuto la prova-regina, con l’intercettazione ambientale di un affiliato a un clan che per cinque volte ripete la parola “sì”, alla domanda se il test fosse stato alterato. Ma i magistrati sono andati oltre, non si sono fermati a questo importante elemento. Hanno ricostruito la catena di comando, hanno trovato i mandanti dell’operazione. Forse uno dei più grandi misteri dello sport mondiale ha trovato la verità. A distanza di 17 anni. La Procura di Forlì può soltanto archiviare perché i reati sono prescritti. Diverso invece il fronte civile e sportivo, sul quale i legali della famiglia Pantani stanno lavorando per capire se possano esserci spiragli per qualche azione.

LE INTERCETTAZIONI

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