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Premier League: Arsenal e West Ham, nuovi equilibri a Londra

Arsene Wenger, tecnico dell’Arsenal (getty images)

APPROFONDIMENTO PREMIER LEAGUE – Chi vuole entrare in Champions League, ogni anno, deve fare i conti con l’Arsenal di Arsene Wenger. I “Gunners” hanno una continuità da record e riescono sempre a finire il campionato nelle prime quattro posizioni, ma non vincono un titolo ormai dal lontano 2004 e quasi ogni anno non sembrano, davvero in lotta per vincere la Premier League. Quest’anno, dopo un mercato in cui l’unico colpo degno di nota è stato strappare Peter Cech al Chelsea, dove peraltro faceva panchina, la musica sembrava destinata a ripetersi, ma dopo 10 giornate tutto sembra diverso. Il club londinese è primo in classifica e con pieno merito. Le cose però erano iniziate in maniera ben diversa e i “Gunners”, ancora una volta, sembravano una splendida incompiuta. Del resto dopo 6 giornate avevano solamente 10 punti in classifica ed erano reduci da una netta sconfitta contro il Chelsea.

Un’episodio che avrebbe potuto rilanciare la squadra di Mourinho e far precipitare quella di Wenger. Quella sconfitta però ha fatto scattare qualcosa nella testa di Sanchez e compagni che, da quel momento, non si sono più fermati. Hanno vinto 4 partite di seguito rifilando un secco 5-2 a una squadra solida come il Leicester City e soprattutto impartendo una vera lezione di calcio al Manchester United, battuto con un secco 3-0. Sabato è arrivata la vittoria con l’Everton, che vale il primo posto in classifica, per ora in coabitazione con il City, l’unica squadra con una differenza reti migliore rispetto a quella dell’Arsenal, fermo comunque a un notevole +10, merito di una difesa che ha preso solo 8 gol fin qui.

Anche un’altra zona di Londra però, in questi giorni, sorride se si parla di calcio. Il West Ham, la squadra dei costruttori navali sul Tamigi, ha vinto il derby contro il ricchissimo Chelsea, inguaiando sempre più Josè Mourinho e con il suo calcio spumeggiante si gode un inaspettato terzo posto in classifica. Solo il City, con 24 centri, ha segnato di più degli “Hammers” che senza avere attaccanti straordinari possono contare su un grande collettivo. Payet ha segnato in 5 occasioni, mentre Kouyaté è fermo a quota 3. Il merito di questo successo è da attribuire certamente al manager Slaven Bilic, allenatore croato di 46 anni che non a caso è stato blindato la scorsa stagione con un triennale. Con un nuovo stadio, quello utilizzato per le Olimpiadi del 2012 e investimenti importanti sul mercato gli “Hammers” sognano in grande e già quest’anno potrebbero stupire e i risultati, almeno per ora, sono dalla loro parte.

Edoardo Lavezzari

Redazione Sportiva