NOTIZIE NBA – Ci ha provato Lebron James, ci ha provato con tutto sé stesso e ha messo in piedi l’ennesima prestazione leggendaria (32+18+9), ma non è bastato. I Golden State Warriors hanno espugnato Cleveland e si sono laureati campioni NBA, dopo 40 anni di digiuno. Per farlo, al contrario di gara 5 in cui è servita la grande prestazione di Stephen Curry, si sono affidati all’arma che ha contraddistinto tutta la loro stagione: il gioco di squadra. Certo Curry ha fatto la parte del leone, come sempre, con 25 punti, ma non possiamo dimenticare le grandi prestazioni di Andre Iguodala (25 punti, 5 rimbalzi e 5 assist), protagonista in attacco come in difesa, di Dreymond Green (16+11+10, prima tripla-doppia in finale nella storia dei Warriors) e del contributo di Festus Ezeli e Shaun Livingston dalla panchina, entrambi in doppia cifra.Una gara di testa quella dei Warriors che, messe le cose in chiaro con un parziale di 20-7 nella seconda metà del primo quarto, hanno rintuzzato tutti i tentativi di rimonta da parte di James e compagni per piazzare il parziale decisivo nel terzo periodo. Inutile il tentativo finale dei Cavs che a 2:39″ dalla fine avevano ancora 11 punti di distanza sul (85-96).
Oltre al titolo NBA nella notte si è poi assegnato il titolo di MVP delle Finali che è andato, a sorpresa, ad Andre Iguodala. L’ala piccola di Golden State ha giocato una grandissima serie e ha limitato Lebron, ma quanto fatto dal numero 23 dei Cavs entrerà nella storia e anche lui, come Jerry West, avrebbe ampiamente meritato almeno questo trofeo, ma la NBA ha preferito premiare su tutta la linea i vincitori. Una scelta che non ci convince, ma che ha solide basi, perchè Iguodala in queste Finals è stato molto più produttivo in attacco, ma soprattutto ha fatto vedere cose importantissime su entrambi i lati del campo.
FOTOGALLERY DELLA FINALE | GARA 6