NOTIZIE NBA – Dal suo blog sul quotidiano argentino La Nacion, Manu Ginobili rinvia qualsiasi decisione sul suo futuro da giocatore Nba. A poco meno di tre mesi dal suo 38° compleanno, col contratto in scadenza, l’argentino di San Antonio dovrà presto decidere il suo futuro. E dalle sue scelte, così come da quelle del 39enne Tim Duncan, dipende il futuro degli Spurs. Ecco uno stralcio di quello che Ginobili ha scritto nel suo blog.
“Ci sono momenti in cui ripenso alla stagione e mi chiedo come potrei non giocare ancora un po’. In altri istanti non voglio neanche vedere una palla. Aspetterò fine mese per vedere come mi sento: se mi sento o meno un ex giocatore. Se ho nostalgia e come sta il mio fisico. E’ un momento unico della mia vita, non mi sono mai trovato in questa situazione. L’ho pensato in maniera fugace nel 2013, ma dopo una settimana o 10 giorni già sapevo che avrei affrontato una nuova sfida. Ora vedremo. Magari mi succederà lo stesso, o forse dovrò aspettare un po’ più di tempo. Non sono scelte da fare in modo affrettato. Non so se esista una decisione corretta. Non si può mai sapere se è hai scelto bene o no. E’ una situazione molto particolare, dove nessuno ti può dire cosa devi fare. Molti giocatori hanno attraversato momenti simili, è vero, ma ognuno la vive a suo modo, con esperienze e situazioni familiari e fisiche diverse. Smettere di fare quello che hai fatto per tutta la vita è una cosa unica. Di certo, non ho ancora programmato il ritiro, perché ho ancora dei dubbi. Pop ha detto a me e Tim che ci voleva ritrovare la prossima stagione. Sono parole che mi rendono le cose più difficili. La verità è che se la franchigia mi avesse fatto capire che non mi voleva più, o che voleva ricostruire, o che voleva una squadra più giovane, sarebbe stato più facile per me. Forse mi sarei sentito un po’ ferito, perché quando sei su un cornicione vuoi lanciarti da solo, non vuoi che ti spingano. Quindi avrebbe fatto un po’ male, ma avrebbe anche reso le cose più facili. Invece no, e io non posso dire che se mi vogliono resto, perché devo capire davvero se ho voglia di farlo e di rimettermi totalmente in “quell’abito”.
Nella riunione con la squadra ho parlato un po’ con Tim e Pop, perché siamo tutti e tre in questa situazione, anche se il coach ha già chiarito quale sia la sua idea. Con Tim ci siamo trovati d’accordo sull’idea che entrambi vogliamo aspettare un po’. Abbiamo bisogno di tempo, di vedere cosa succede, come ci sentiamo, cosa dicono le nostre famiglie. Il nostro corpo non è più lo stesso, anche se nel suo caso non si nota. Però già stanno arrivando altri pensieri. Questo è il momento di stare al 100% con la mia famiglia. Mia moglie mi ha detto che sono io a dover decidere, e che lei sarà al fianco qualsiasi cosa decida. Pensavo sarebbe stata una decisione di squadra, ma lei sarà contenta se io sarò contento. Non so se San Antonio accuserà il colpo se qualcuno di noi dovesse andarsene, se si stava preparando ad una ricostruzione totale… se Pop se andasse e arrivasse un altro tecnico, se Tim si ritirasse, se Tony decidesse di non giocare più. La situazione cambierebbe molto, perché uno si sentirebbe meno in debito con i compagni. Capisco che è il momento le cose nella squadra, nella franchigia, ed è comprensibile che sia così. Ma se Pop continuasse, se Tim continuasse, sarebbe tutto differente. Credo che dovremmo parlarne un po’ con Tim, che mi sembra sia nella mia stessa situazione. Vediamo dove soffia il vento.”