Formula 1. GP Malesia, Alonso: “Sono felice di essere qui”

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NOTIZIE GP MALESIA – Nella consueta conferenza stampa dedicata ai piloti prima dell’inizio delle prove libere del GP di Malesia, Fernando Alonso parla del suo incidente ma anche delle sensazioni in vista della prossima gara: “Sono felice di essere qui. In un’altra stagione di Formula Uno. Inizio con una gara di ritardo dopo l’incidente di Barcellona che mi ha fatto perdere la prima gara, ho dovuto seguire le argomentazioni dei medici ma sono felice di essere qui, la Malesia è sempre stato un bellissimo circuito per me, qui ho fatto la mia prima pole nel 2003, il mio primo podio e poi tre vittorie con tre squadre diverse. Credo che dobbiamo tenere i piedi per terra e sapere che non siamo nella posizione che volevamo, speriamo di esserci presto, ma sarà soprattutto una sessione di test, in fondo è la prima gara per me. Più o meno ho fatto lo stesso numero di giri che gli altri fanno in un giorno, quindi non ho grande dimestichezza con la macchina e dovrò imparare tanto, non solo sullo stile di guida ma su come impostare il lavoro, come si fa alla McLaren, ho tanto da imparare, la sfida è grande, in questo momento della carriera, ma sono pronto ad accoglierla. Cosa è successo quando mi sono risvegliato? È stato tutto normale, non mi sono svegliato pensando di essere nel ’95 o parlando italiano, o cose del genere. Ricordo l’incidente, e ricordo le cose del giorno successiv. In realtà è stato tutto abbastanza normale. Con quel trauma sono stato ospitalizzato ma le condizioni erano buone. C’è un lasso di tempo di cui non ho ricordi, più o meno dalle 2 alle 6. I medicinali hanno funzionato e non ci sono stati problemi. I medicinali li ho ricevuti già in elicottero e poi in ospedale. Credo di aver perso coscienza in ambulanza o forse già in clinica ma i medici mi hanno detto che è normale per i farmaci che mi sono stati dati. Comunque la risonanza necessita di questi farmaci, è un protocollo normale. Abbiamo lavorato molto da vicino con la Fia, la squadra e le equipe mediche, sono stati tutti in costante contatto. L’incidente? Credo sia chiaro che c’è stato un problema alla macchina, però non lo riusciamo a riscontrare sui dati. Quello che abbiamo fatto con gli ingegneri in settimana è stato verificare tutti i dati disponibili. Sono totalmente d’accordo con la squadra, ora è impossibile dire cosa è successo, sarebbe una menzogna farlo. Prima o poi forse troveremo qualcosa, non lo so, se non ci siamo riusciti in tutto questo tempo. Non c’è una ragione chiara dell’incidente ma abbiamo avuto un problema allo sterzo che si è bloccato sulla destra. Mi sono avvicinato al muretto, sono passato alla terza, ho frenato. I dati comunque non ci dicono tutto e non sono del tutto completi. Stiamo utilizzando nuovi sensori e effettuando delle modifiche allo sterzo, abbiamo fatto le prove al simulatore cercando di spiegare come funzionano questi nuovi sensori che utilizzeremo per la gara. Ci sono angoli della macchina che dal punto di vista della strumentazione non sono ancora al livello massimo per rilevare questi problemi che magari quando accadevano 20 anni fa ma non c’era neanche la tecnologia per verificarli. Ci perdiamo qualcosa sull’acquisizione dei dati e magari sarà ancora così per 10 anni. Non ho comunque ulteriori preoccupazioni La versione di un colpo di vento? No, neanche un uragano avrebbe spostato la macchina a quella velocità. Se invece ci sono gravi problemi medici o se si sviene di solito la macchina prende tutt’altra traiettoria, non chiude all’interno. Parte della confusione nei primi 3-4 giorni deriva dalla agitazione che c’era all’inizio perché c’era tanta tensione e stress, io non avevo ricordi precisi e non potevo dire niente. C’era l’emergenza di dire qualcosa. Mi fido ciecamente del team. Per un mese hanno esaminato tutto, simulato gli sforzi, fatto tantissimi test e cambiato tutte le parti su cui avevano dei dubbi. Dopo questi controlli abbiamo la macchina più sicura della storia“.

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