Sarebbe dovuta essere la partita delle certezze. Quella in cui l’Italia avrebbe blindato il passaggio del turno e dimostrato che la svolta prandelliana, passato al 4-1-4-1 a pochi giorni dal Mondiale, era la soluzione più corretta. Invece quella di ieri, giocata a Recife, è stata la partita che nessun italiano avrebbe voluto vedere e non solo per il risultato finale.
Quella che ha affrontato la Costa Rica infatti è stata una squadra stanca, al contrario di quella vista contro gli inglesi all’esordio, spesso in inferiorità a centrocampo, nonostante i 5 uomini in mezzo al campo, senza idee, malgrado nel secondo tempo assieme a Pirlo ci fossero Cerci, Insigne e anche Cassano, e soprattutto una squadra a cui è sembrato mancare il fuoco sacro, la voglia di fare risultato nonostante tutte le avversità ambientali. Dall’altra parte invece abbiamo visto una Costa Rica meno talentuosa, ma ordinata tatticamente e soprattutto affamata.
I sud americani hanno corso molto più di noi, non una sorpresa, sono rimasti sempre compattissimi e soprattutto hanno difeso altissimi e con attenzione. Per ben 11 volte infatti gli Azzurri sono finiti in fuorigioco, un’enormità in una partita sola. Nel contempo, anche dopo l’ingresso di Cerci e Insigne, mai sono riusciti ad essere pericolosi sulle fasce: Balotelli, la cui sola colpa è quella di non aver trasformato l’unica palla buona avuta in tutta la partita, non è mai stato servito dai compagni e anche per questo è stato poco pericoloso.
Adesso ci aspetta l’Uruguay squadra temibile già di suo e decisamente galvanizzata dal rientro, trionfale di Luis Suarez. Ai ragazzi di Prandelli basterà un pareggio, ma psicologicamente potrebbe essere un male più che un bene. La “Celeste” scenderà in campo con il coltello tra i denti, l’Italia, se non vuole uscire anzitempo, dovrà fare lo stesso. Prandelli farà bene a lavorare in questo senso, prima ancora che sulla tattica, dove comunque qualcosa dovrebbe e potrebbe cambiare. Soprattutto davanti, l’Italia così non punge e Balotelli da solo può poco contro difese che lo aspettano. L’Italia intera invoca Immobile e forse Prandelli l’ascolterà. La speranza di chi scrive è che il centroavanti del Toro non sia l’alternativa a Balotelli, ma il compagno di reparto.
Edoardo Lavezzari