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Inter. La delusione di Mazzarri: “Il morale? Non è buono, ma sento la fiducia del club”

L’intervista al tecnico nerazzurro: “Come va? Non tanto bene sul piano sportivo. Quando si perde noi allenatori non siamo mai felici”…

(getty images)

NOTIZIE INTER – Il momentaccio dell’Inter è chiaro anche nella testa di Walter Mazzarri. Ospite del programma di Pierluigi Pardo ‘Tiki Taka’, il tecnico di San Vincenzo (del quale a giorni uscirà la biografia, ndr), allenatore dell’Inter, parla a lungo della sua squadra e delle sue sensazioni personali: “Come va? Benino sul piano della salute, non tanto su quello del morale sportivo. Quando si perde noi allenatori non siamo mai felici. Momenti storti li hanno avuti anche squadre come il Barcellona: può averne anche l’Inter, se alla base c’è comunque fiducia nell’allenatore e nel progetto“. In studio c’è Rolando Bianchi, suo giocatore ai tempi della Reggina, che saluta con affetto: “Ottimo calciatore e bravo ragazzo“. Ecco alcuni estratti dell’intervista:

IL BILANCIO DI MAZZARRI –  “Quando siamo partiti lo sapevo che poteva essere difficile allenare questo club. Poi siamo andati oltre, sembrava tutto in discesa perché si è fatto bene ma poi c’è stata questa flessione un po’ per colpe nostre per delle partite giocate al di sotto delle nostre possibilità un po’ per merito degli avversari e un po’ di sfortuna. Ieri ad esempio i giocatori come Rodrigo Palacio e Jonathan hanno avuto occasioni che avrebbero concretizzato in altri momenti. In questo momento succede un po’ di tutto“.

LE RESPONSABILITA’ DEL TECNICO –  “Se mi sento al centro del mirino? Nel mirino ci sto dal primo giorno in cui ho iniziato ad allenare. La carriera mi è andata bene e finché vorrò fare l’allenatore quello che c’è intorno non mi preoccupa più di tanto. Se è il mio momento più difficile? Dipende da come si vuole vedere: oggettivamente momenti particolari ne ho avuti tanti, se quest’anno lo valutate su parametri riscontrabili capite che ci sono momenti storici per i club particolari, anche il Barcellona li ha vissuti. Ci vuole fiducia nell’allenatore e nelle idee. Siamo a pari punti col Verona che sta facendo un campionato eccezionale, ma in questo momento siamo quinti con squadre come Lazio e Milan più in difficoltà nonostante una struttura e giocatori ben impostati. Alcune cose valutate in un certo modo possono passare in positivo“.

SULLO SCAMBIO GUARIN-VUCINIC – “Fatemi parlare di tesserati della mia squadra, io non parlo di mercato perché da un mese si sente di tutto e questa flessione non vorrei derivasse da queste voci. Voglio una squadra concentrata, il parlare intorno a giocatori non abituati può portare anche a questo”.

L’ASSENZA DELLA PROPRIETA’ – “Questo aspetto, dico la verità, non è un’attenuante per me. Io ho un modo di gestire i giocatori a 360°, quando ho la fiducia del club sento la squadra come mia. Marco Branca e Piero Ausilio danno supporto dall’inizio e continuano a darlo, tante persone lo fanno. Poi, la presenza del presidente, il suo saluto, specie in un momento particolare, può essere la sicurezza in più. Ma non credo sia questa la cosa che manca. Troppo solo? Io non mi lamento, non mi sembra di esserlo. Se per solo vuol dire non fare certe operazioni che si facevano all’Inter è un altro discorso, si può essere lasciati soli se i risultati arrivano in modo ridotto. Ma tutti, da Thohir e Moratti, hanno mostrato fiducia nei miei confronti e si sono affidati alla mia esperienza, il mio sentire le mie idee in ottica futura, la mia capacità di ricostruire. Devo lavorare, aspettando la vittoria che risolverà tutto entro breve tempo“.

SUL ‘CASO-ICARDI’ –  “Il talento l’ha fatto vedere già l’anno scorso, il problema è che non l’ho quasi mai avuto a disposizione. Due settimane di seguito non è riuscito ad allenarsi, questo è il punto“.

Redazione Sportiva