Rivivi l’anno dei giallorossi, da squadra senza gioco e prospettive ai successi di Rudi Garcia…
Il 2013 della Roma verrà ricordato a lungo. Difficile infatti trovare un altro anno così pieno di sorprese. L’annata è iniziata malissimo, la squadra faticava oltremodo in classifica e Zdenek Zeman, arrivato come il condottiero che avrebbe riportato la Roma ai vertici del calcio italiano dopo la delusione Enrique, era diventato uno dei principali nemici della piazza giallorossa. Spogliatoio spaccato, squadra che subiva tantissimo e i casi De Rossi e Osvaldo. Questi i marchi di fabbrica della sua deludente gestione, terminata anzitempo il 2 febbraio, con l’inevitabile esonero. Al suo posto ecco la soluzione interna: Aurelio Andreazzoli, promosso per traghettare la squadra fino a fine stagione.
Con lui in panchina finisce l’era del 4-3-3 di ferro, si torna al 3-4-1-2 e De Rossi e Osvaldo ritrovano il posto in mezzo al campo. Tutte decisioni che fanno bene alla squadra, ma non servono a svoltare in maniera radicale, anzi. La Roma infatti chiude la stagione al sesto posto, fuori dalla zona Europa League e nonostante qualche soddisfazione, come la vittoria sulla Juventus del 16 febbraio, grazie al gol di Capitan Totti, non basta al tecnico per salvare la panchina. A pesare, come un macigno, è la sconfitta in finale di Coppa Italia contro la Lazio in una partita che, oltre al trofeo e all’accesso all’Europa League, metteva in palio tantissimo sul piano dell’onore. Nel frattempo Osvaldo trovava il modo per rompere anche con il nuovo allenatore e con il resto dello spogliatoio, spingendo così Walter Sabatini a cederlo senza rimpianti.
La nuova stagione per la Roma si è aperta in modo difficilissimo. La piazza ha scaricato tutta la sua frustrazione per i pessimi risultati degli ultimi due anni con una pesante contestazione e dal mercato non arrivavano certo notizie incoraggianti. Le prime scelte della Roma erano infatti Mazzarri, che preferì l’Inter e soprattutto Massimiliano Allegri. Tra il toscano e la Roma sembrava fatta, ma all’ultimo Allegri ha deciso di restare al Milan innescando una serie di eventi dalla portata inarrestabile. Sabatini infatti si è buttato con insistenza su Rudi Garcia, tecnico che gli piaceva da anni ed è riuscito a portarlo a Roma tra lo scetticismo generale. Allegri invece è rimasto al Milan dove è stato protagonista assoluto del disastro rossonero.
L’estate giallorossa è poi proseguita tra alti e bassi sul mercato. Per puntellare la difesa è arrivato il solo Benatia, giocatore che di buon livello, ma su cui pochissimi avrebbero scommesso ad alto livello e che invece ha smentito tutti. Stessa cosa si può dire di Gervinho, l’ex Arsenal era stato chiesto espressamente da Garcia, ma vista la sua esperienza ai Gunners in pochissimi avrebbero scommesso su di lui. A centrocampo il colpo più importante, il primo a dare fiducia all’ambiente: Kevin Strootman. Intanto Sabatini, per nulla intimorito dalle chiacchiere e dalle contestazioni, continuava a lavorare anche in uscita e oltre ad Osvaldo mandava in Premier League anche Erik Lamela una delle pochissime note positive della stagione conclusa. Una mossa che ovviamente ha scatenato le polemiche dei tifosi, ma anche in questo caso il DS e Garcia hanno visto giusto. Lamela ha permesso alla Roma di mettere in cassa tantissimi soldi e al Tottenham non sta certo lasciando in segno. Al suo posto ecco Adem Ljajic, soffiato proprio ad Allegri e al Milan. Con Osvaldo e Lamela partiva anche Stekelemburg, in direzione Fulham e anche il vice Mauro Goicoechea, gradito da Zeman, ma ricordato per le moltissime papere. In porta il nome nuovo è quello di De Sanctis che, finalmente, riesce a dare serenità alla sua squadra. Altra cessione importante, quella di Marquinhos, passato al PSG per oltre 30 milioni di euro e sostituito con Maicon, arrivato dal City dopo una stagione molto difficile. Insomma il lavoro di Sabatini, se convinceva pienamente da un punto di vista economico, lasciva molti dubbi da un punto di vista tecnico, ma ad oggi il DS non ha perso nemmeno una scommessa.
La Roma infatti ha iniziato il campionato come meglio non si poteva. I giallorossi, unici imbattuti in Italia e non solo, hanno iniziato il campionato con 10 vittorie consecutive stabilendo così un record. Poi un’infausta serie di 4 pareggi che ha costretto i ragazzi di Garcia a cedere la testa della classifica alla Juventus. Da li altre due vittorie, contro Fiorentina e Catania e il pareggio per 2-2 contro il Milan. In questo periodo la Roma ha spesso giocato il calcio più bello d’Italia, segnato tantissimo e soprattutto concesso davvero poco agli avversari. Con 7 gol subiti in 17 partite i giallorossi hanno nettamente la miglior difesa del campionato, solo la Juventus con 11 reti subite le si avvicina, tutte le altre hanno preso almeno 20 gol in stagione.
Archiviato il 2013 la Roma lavora a pieno ritmo per iniziare il 2014 nel migliore dei modi. La prima partita dell’anno infatti sarà proprio contro la Juve e se una vittoria potrebbe accendere la lotta scudetto una sconfitta potrebbe invece chiudere ogni discorso con diverso anticipo visto che i bianconeri andrebbero a +8. Vietato sbagliare, ma la Roma di questo periodo è di tutt’altra pasta rispetto a quella di 12 mesi fa…
Edoardo Lavezzari