Lazio. Eurodeputati Scurria e Fidanza: “Stiamo lavorando per riportare i detenuti a casa”

due rappresentanti al Parlamento europeo confidano: “Questa cosa si può risolvere con le dovute pressioni politiche”…

(getty images)
(getty images)

NOTIZIE SS LAZIO – Sono intervenuti ai microfoni di Radio Radio, nel corso della trasmissione “Lavori in corso”, gli eurodeputati di Fratelli d’Italia Marco Scurria Carlo Fidanza, che hanno fatto visita ai detenuti italiani a Varsavia e hanno reso noto gli ultimi sviluppi della vicenda.

MARCO SCURRIA
I cittadini italiani stanno bene, per quanto si possa stare bene in un carcere. Sono provati psicologicamente, sottoposti a misure inaccettabili per qualsiasi stato al mondo: per giorni ammanettaticon manette di plastica, portati da una parte all’altra tra carcere e tribunali. Sono preoccupati perché non capiscono cosa stia succedendo. Molti di loro, in attesa di giudizio, non hanno ancora avuto modo di contattare la famigliaDieci dei ventidue detenuti sono stati condannati con un procedimento in direttissima perché hanno firmato un foglio in polacco senza traduzione, o comunque con una traduzione molto sommaria, in cui si autoaccusavanosenza capirlo. Sono stati condannati da 2 a 4 mesi per oltraggio a pubblico ufficiale e sedizione. Io mi sono preoccupato dichiamare le famiglie delle 4 persone che abbiamo incontrato perrassicurarle e dirgli che stiamo lavorando molto per portarli a casa in breve tempo. Domani il Presidente del consiglio Letta sarà in Polonia per incontrare il Presidente del consiglio polacco. I nostri ragazzi non hanno fatto nulla. Tra 150 persone qualche cretino ci sarà stato, ma degli attuali 22 in carcere mi hanno raccontato tutti che si sono trovati in una situazione in cui la polizia li ha caricati a seguito della provocazione di qualche scemo isolato. Poi da quando gli hanno detto “sit down”, cioè seduti, è iniziata questa storia che al momento non è finita e speriamo finisca presto. Con i polacchi quando sono venuti a Roma, ce lo ricordiamo, abbiamo avuto un atteggiamento diverso. È un problema tutto italiano di come ci si relaziona con i nostri connazionali: con le dovute differenze, se avessimo un atteggiamento diverso non avremmo due soldati in India da due anni ancora lì senza sapere che fine devono fare. Lo abbiamo chiesto a Letta e ci ha assicurato che domani ne parlerà. Questa cosa si può risolvere con le dovute pressioni politiche. ”

CARLO FIDANZA
“In quanto cittadini hanno diritto alla difesa, a condizioni di detenzione dignitose, diritto di poter parlare con un avvocato, con i congiunti, se sono presenti, come nel caso di tanti, o se sono in Italia per impedimenti di varia natura, anzianità, età o mancanza di risorse. Perché queste famiglie sono lì da diversi giorni, dovendoci restare ancora a lungo, quindi non è da tutti potersi sobbarcare questo tipo di spese. Ci siamo mossi per accertarci che tutto questo fosse garantito, perché dalle notizie che abbiamo avuto nei giorni scorsi non era cosi. La collaborazione non è stata così elevata, la burocrazia non guarda in faccia nessuno, neanche a due eurodeputati, anche se la Polonia è uno stato membro dell’Unione Europea. Complessivamente c’è un atteggiamento disponibile ad ascoltare le ragioni della difesa, ma non si stracciano le vesti per accelerare i tempi. C’è un richiamo costante all’autonomia della loro Magistratura. Le pressioni esercitate a livello politico e  diplomatico trovano sempre un ulteriore gradino perché devono tradursi in pronunciamenti da parte di magistrati o giudici che non rispondono al potere politico polacco e questo complica un po’ le cose. Le trattative in sede diplomatica sono molto riservate per non urtare il delicato equilibrio e affinché non ci sia irrigidimento e non si ottenga un risultato opposto. Gli europarlamentari polacchihanno una percezione minima di quanto accaduto. La versione che gira in Polonia è che sia stata una normale operazione di poliziacon numeri normali, non hanno percezione dei 150 arresti dei primi 2-3 giorni. Oggi il numero è più normale, quindi non hanno percezione degli abusi dei primi giorni. Ne stiamo parlando perché anche loro possano agire a sostegno delle nostre rivendicazioni di diritto e di civiltà, prima che di nazionalità. Sarà importante l’intervento di Letta di domani, che è il massimo livello di pressione politica esercitabile e che va a sommarsi a tutto quello messo in campo in questi giorni dall’ambasciata e da noi come eurodeputati. Ci sarà un secondo momento a cui ci dedicheremo una volta che saranno rientrati a casa i ragazzi detenuti: chiarire responsabilità e i fatti dei giorni passati, che hanno coinvolto  tutti i 150, perché questa cosa non può passare in cavalleriaabusi eviolazioni è probabile che ci siano state. Siamo insieme in Europa, c’è un dovere di rispetto degli standard europei, riteniamo che ciò non sia avvenuto e vogliamo vederci chiaro. Abbiamo già presentato un interrogazione al Parlamento europeo. Ci muoveremo anche sul versante del Governo italiano. Ieri Giorgia MELONI ha chiesto conto al governo di una cosa irrituale, per chi sa come funzionano le trasferte all’estero: c’è sempre un servizio di accompagnamento della polizia italiana per evitare queste situazioni e potersi interfacciare con le autorità locali, e questo non è avvenuto, nonostante i problemi dell’andata e i fatti di mercoledì, con contatto tra tifosi polacchi e italiani davanti all’hotel avrebbe dovuto far pensare che giovedì non sarebbe stata una passeggiata.Vorremmo sapere perché è mancato questo servizio.”

Gestione cookie