Il difensore ritiratosi dal mondo del calcio da pochi giorni, ha rilasciato un’intervista a “La Gazzetta dello Sport”…
NOTIZIE CALCIO – Alessandro Nesta ha deciso di appendere gli scarpini al chiodo. L’ex difensore della Lazio ha parlato in un’intervista a “La Gazzetta dello Sport” commentando il suo futuro.
Ecco le sue parole:
Nesta, quando ha deciso di pensionarsi?
“A metà di questa stagione. Credevo che la vita qui fosse meno stancante, ma è un continuo viaggiare. Spesso si gioca sul sintetico e coi miei guai fisici non è facile”.
Una stagione e mezzo nella Mls: cosa c’è da imparare e da insegnare?
“E’ incredibile il modo in cui sanno vendere il prodotto, anche se di qualità inferiore a quello europeo. Suggerimenti? Devono importare più allenatori e giocatori dal Vecchio Continente. E cominciare seriamente con il soccer a 16 anni è tardi”.
Verrà lei a dare una mano?
“Ci proverò. Prima, però, mi devo preparare. Ho fatto due corsi, mi manca il terzo che dura un anno. La famiglia resterà a Miami, perché non vorrei staccarmi dagli Usa, mentre io farò la spola. Mi piacerebbe allenare ad alto livello, però può darsi che debba iniziare dal settore giovanile. Chissà, magari al Milan, ma non escludo di rimanere negli Stati Uniti”.
Perché l’allenatore?
“Perché ho fatto calcio fin da piccolo e sarebbe difficile staccarsi da questo mondo. E’ la cosa più vicina a giocare”.
Sorpreso dalla Roma?
“Sì, perché hanno venduto qualche pezzo importante. Complimenti”.
Totti è suo coetaneo. Non solo non smette, ma rischia di andare anche al Mondiale.
“Lo spero per lui. Sta bene e ha avuto meno infortuni di me. Un difensore ha vita più corta, non ti puoi mai fermare: quando scatta il tuo avversario gli devi correre dietro. Incontri ragazzi che vanno a duemila e se non hai gambe non la becchi mai. Lì davanti puoi farti qualche pausa”.
Da tifoso rossonero cosa si aspetta da questa stagione?
“Di arrivare in Champions e di fare una buona figura in Coppa. Purtroppo ogni anno si parte male, anche nell’ultimo in cui c’ero io. Ora rincorrere è più difficile: davanti vanno bene e molte rivali si sono rinforzate. La mia impressione è che ogni volta si ricominci da zero invece di costruire su quanto fatto in precedenza. Un errore, forse”.
Pochi credevano a Conte quando metteva le mani avanti alla vigilia del campionato.
“Vincere tre scudetti di fila non è facile. Gli avversari si sono rafforzati e la tua squadra inconsciamente perde un po’ di appetito. E’ normale che dopo tante vittorie venga a mancare un po’ di rabbia agonistica. Mi sembra un’esagerazione, però, parlare di Juve finita. Ha grandi giocatori e per me è la favorita”.
Chi vince il Mondiale?
“Il Brasile. Gioca in casa e ha tanto talento. Sarà dura per le altre. L’Italia sarà competitiva, ha ottimi calciatori e Prandelli è bravissimo”.