Roma. Benatia: “Siamo contenti della vetta, ma il campionato è lungo”

Il difensore giallorosso ha parlato a “France Football”…

(Getty Images)
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NOTIZIE AS ROMA – Mehdi Benatia ha rilasciato un’intervista sulla sua esperienza alla RomaFrance Football. Ecco le sue parole:

SUL PRIMATO – Siamo contenti di essere in vetta ma non abbiamo ancora fatto nulla. Il campionato è lungo, di certo non ci aspettavamo di essere così pronti, abbiamo un nuovo staff, un nuovo allenatore e molti nuovi calciatori ma il club sta lavorando per mantenere la Roma in vetta. E poi c’è un ambiente grandissimo: faccio l’esempio di Totti che per i suoi 37 anni ha offerto un aperitivo a tutto il gruppo, un gesto di classe. È un grande calciatore e un grande uomo.

IL SUO RUOLO – È una posizione particolare, come quella del portiere, non è la stessa cosa di un centrocampista o di un attaccante: in quella zona del campo si possono permettere una giornata no, sbagliare magari qualche passaggio e non incidere sulla gara. Dietro, invece, si è sempre sotto la lente di ingrandimento: dobbiamo essere sempre concentrati, pronti tatticamente e decisi a non lasciare niente di intentato, di non mollare fino alla fine. Magari fai una grande partita per 90 minuti, al 92esimo sbagli un controllo e la squadra perde 1-0, la gente si ricorda quello di te. Un attaccante che gioca bene tutta la gara e sbaglia un gol al 92esimo viene comunque ricordato per la grande gara disputata.

GARCIA E MOURINHO – Il confronto è fattibile: sono tutte e due giovani ed hanno una forte personalità. Parlano bene con i media e sono vicino ai propri calciatori. Il mister vuole il bel gioco e fino ad ora i risultati gli stanno dando ragione. Dietro questo momento c’è un sacco di lavoro, pensate che ha imparato l’italiano in soli due mesi. Quando arrivò, la prima settimana, mi venne chiesto se lo conoscevo ed io risposi di no: comunque mi avevano parlato bene di lui, della sua volontà di dare una fisionomia precisa alla squadra, di giocare un calcio spettacolare e votato all’attacco. Questa cosa l’abbiamo capita subito in preparazione dove, a differenza di altri allenatori in Italia, non abbiamo lavorato con i pesi ma subito con il pallone: il risultato si vede sul campo e nel modo in cui giochiamo a pallone. Sono tutti felici di lui nello spogliatoio.

GLI INIZI – Prima di essere un professionista, sono un appassionato di calcio. È tutta la mia vita e tutto quello che ho. Nel 2008, al Lorient, non giocavo titolare e dicevo al mister che senza il calcio giocato non ero niente. Poi a gennaio mi ruppi il legamento crociato. Adesso non soffro per la mancata consacrazione in Francia, sono contento di quello che ho. Sarei potuto andare al Psg, Leonardo mi contattava periodicamente ma non se ne fece nulla perché l’Udinese due anni fa non voleva cedermi. Non ho nessun rammarico, in Italia sono apprezzato e questa cosa mi va bene.

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