Il portiere della Nazionale sta con Prandelli sulla vicenda che ha visto protagonista Mario Balotelli e sui cori…
NOTIZIE NAZIONALE – A Coverciano si è da poco conclusa la conferenza stampa dell’Italia, protagonista della giornata Gigi Buffon che ha toccato svariati argomenti, questi i passaggi salienti, ad iniziare dalla tanto discussa discriminazione territoriale: “Il confine fra campanilismo, discriminazione e offese è molto labile, ci sono sempre dei rischi. Il fatto che questo argomento sia uscito allo scoperto penso possa unire tutte le parti per trovare un giusto punto di incontro. Il pubblico è una componente fondamentale, e credo che vedere la discriminazione in certi comportamenti sia comunque un pensiero soggettivo. E’ una tematica delicata che riguarda tutti, quindi tutti si devono responsabilizzare magari non accettando in maniera passiva i comportamenti di discriminazione”.
Così invece sulla convocazione di Mario Balotelli, altro argomento che ha fatto discutere non poco: “Le valutazioni su Mario spettano all’allenatore, io posso parlare dell’armonia del gruppo ed in tal senso non è un elemento di disturbo. E’ normale che sia oggetto di discussione questa presa di posizione e questa scelta del mister, ma credo anche che l’unico che debba decidere sia proprio lui, Prandelli lo ha chiamato perchè aveva ragioni più che valide, prima fra tutte che la squalifica è di 20 giorni fa, Mario arriva in Nazionale a squalifica terminata, quindi credo che il ragionamento del ct non faccia un grinza. Se la chiamata fosse arrivata nel bel mezzo della squalifica, credo che le scelte sarebbero state diverse. Balotelli? C’ho parlato, credo che in certi momenti deve lasciar decantare la grande pressione che ha addosso, e l’unico modo che ha è scherzando e comportandosi come sempre”.
Così sulla partita contro la Danimarca: “E’ un obbligo trovare comunque le energie per onorare questa fase di qualificazione ed i tre anni splendidi da cui usciamo. Solo dopo daremo priorità ai club. Fare brutte figure con la Nazionale non piace a nessuno, dobbiamo battere il ferro finché è caldo. Il 2-2 del 2004? Eravamo dispiaciuti, ma non si può portare rancore. Giocheremo una partita nel modo più normale possibile, anche perché da quel 2004 siamo rimasti solo io e Pirlo”.
Lasciando la Nazionale e passando ai club questi pensieri del numero 1 della Juventus: “Temo Roma e Napoli, ma anche l’Inter. Quest’anno non mancheranno le rivali fino alla fine. Ne siamo consapevoli e proprio per questo dobbiamo schiacciare sull’acceleratore per tornare in testa e creare un margine di distacco dalle altre. Roma e Napoli comunque hanno avuto un inizio di stagione grandioso. La difesa della Juve? Avevamo abituato bene tutti. Detto questo sappiamo di poter fare meglio, ma siamo la Juventus e numeri alla mano nelle ultime 10 gare abbiamo vinto 7 volte e pareggiato 3. Auguro a tutte le squadre che hanno un periodo grigio di avere questo rullino di marcia. Abbiamo comunque grandi margini di miglioramento pur vincendo molto spesso, e questo aspetto ci fa sentire molto forti”.