Roma. Bradley: “Totti è un simbolo. Ora raccogliamo i frutti del lavoro di Garcia”

Il centrocampista aggiunge: “C’è un gruppo di giocatori e tecnici determinati ad aggiustare la situazione”…

(getty images)
(getty images)

 

NOTIZIE ROMA – Nella puntata del programma della BBC World Football il centrocampista della AS Roma e della Nazionale USA Michael Bradley ha parlato dell’ottimo avvio di campionato del suo club e di suo padre, Bob Bradley, CT della Nazionale egiziana. Ecco l’intervista completa

Nonostante l’infortunio alla caviglia, il nazionale americano è stato importante nell’ottimo avvio della AS Roma…
Penso che quello che avete visto negli ultimi anni al club è che sono state poste le fondamenta per il futuro. Sfortunatamente ci sono state volte in cui i risultato non sono stati quelli che ognuno si aspettava. Ad esempio la sconfitta con la SS Lazio nella finale di Coppa Italia è stato un dispiacere enorme per chiunque sia coinvolto nel club. Ma sotto quel dispiacere c’erano comunque le fondamenta per il futuro. Penso che il club si sia mosso molto bene in estate nel valutare la situazione, decidere di quali giocatori c’era bisogno e decidere quali avessero un valore sul mercato trasferimenti, ed è stato fatto un ottimo lavoro nello scegliere l’allenatore giusto, dandogli la possibilità di lavorare con i giocatori che voleva. E sino a questo punto della stagione, quello che state vedendo è il frutto di quel lavoro.

La finale di Coppa Italia, in cui la AS Roma ha perso con la Lazio: è troppo dire che è stata imbarazzante, un’umiliazione, solo per il fatto che avete perso con la Lazio? 
‘Imbarazzo’ e ‘umiliazione’ non sono le parole che userei. Sappiamo tutti cos’è il calcio ai massimi livelli, specialmente quando arrivi ad una finale. E’ in quel giorno è importante chi è in grado di fare una giocata. La linea di separazione tra vincere e perdere è molto sottile. Certamente perdere con i nostri più grandi rivali in una finale di coppa, dando loro la possibilità di alzare un trofeo di fonte a noi, di fronte ai nostri tifosi… Penso, quando parlo con i miei amici romani e tifosi della Roma, che sto parlando di uno dei giorni più bui nella storia del club. Senza dubbio. Ma dal dispiacere e dal fallimento derivante dal non aver vinto un coppa come quella deriva ancor più determinazione ed impegno. Come ho detto, quest’anno qui c’è un gruppo di giocatori e tecnici che sono determinati ad aggiustare la situazione.

Spiegaci quanto è sentita la rivalità con la Lazio…
Onestamente è difficile spiegarlo a chiunque non sia di Roma o italiano. L’unico cosa che posso dire alle persone è di venire allo stadio un giorno e vedere. Anzi, meglio che venire allo stadio è venire a Roma la settimana del derby, così si può iniziare a sentire, ad iniziare a capire cosa significhi per la gente.

Parlami di Francesco Totti. In pratica è stato qui quasi per gli stessi anni della tua vita. Spiegaci quanto è una leggenda per questo club…
E’ un simbolo per questo club. E’ un simbolo per ogni romanista, per ogni tifoso. Per ogni persona cresciuta in questa città che ha sognato di giocare a calcio da professionista. E’ un idolo, il simbolo, l’esempio. E’ ovviamente cresciuto a Roma, ha vinto coppe italiane, ma la cosa per cui la gente ha più rispetto è la sua lealtà. In una carriera durante la quale era uno dei migliori giocatori del mondo, con l’opportunità di andare a giocare in club più grandi come il Real Madrid, ha sempre scelto di rimanere leale a questa città, a questi colori, al suo club. Da questo punto di vista è una leggenda.

Mi piacerebbe chiederti di tuo padre, l’ex CT USA Bob Bradley. E’ asceso quasi al rango di eroe dopo essere andato ad allenare la Nazionale egiziana e rifiutando di lasciare il paese nonostante le fibrillazioni post-rivoluzionarie in corso. Che visione hai della sua scelta, del suo supporto per il popolo e i tifosi egiziani?
Ne sono incredibilmente orgoglioso. Sono incredibilmente orgoglioso di lui, di mia madre – che è lì con lui – e del loro impegno a terminare ciò che hanno iniziato. E’ andato lì con l’idea, il sogno, di portare l’Egitto ai Mondiali. Nel mezzo dell’instabilità del paese, nel mezzo della rivoluzione, nel mezzo dei massacri, nel mezzo di così tanti guai per l’Egitto, è stato in grado di mantenere un gruppo di ragazzi focalizzato su quello che è davvero il sogno di un intero paese. Penso che in queste situazioni, in questi momenti, siamo tutti in grado di vedere quanto sia potente il calcio. In un paese come quello, con così tanti problemi, l’unica cosa che mette d’accordo gli egiziani è il loro amore e il supporto per la Nazionale e il loro sogno di rivederla alla Coppa del Mondo

Sei mai preoccupato per il tuo vecchio e per tua madre?
No. Il popolo egiziano è stato incredibile con loro. Non c’è stato giorno in cui si sono sentiti insicuri o non a casa. Hanno imparato ad apprezzare sempre di più Il Cairo. Il popol, come ho detto, è stato grande con loro, e per questo siamo molto eccitato per quanto stanno facendo, e speriamo che possano riuscire a raggiungere i loro sogno.

Mancano due partite per riuscirci. Tu sei infortunato al momento e non puoi scendere in campo nelle prossime due partite di qualificazione con gli USA, Sei tentato di volare in Ghana e raggiungere tuo padre per l’andata del match di qualificazione dell’Egitto?
Se l’andata fosse stata al Cairo ci sarei andato di sicuro. Arrivare in Ghana è un po’ più difficile, ma guarderò la partita e farò il tifo come ogni altro egiziano quel giorno.

Gestione cookie