L’ex designatore arbitrale ha rilasciato delle dichiarazioni davanti ai giudici della sesta sezione della Corte di Appello, nel corso del processo di secondo grado di Calciopoli…
CALCIOPOLI – L’ex designatore arbitrale, Pierluigi Pairetto, ha rilasciato oggi delle dichiarazioni davanti ai giudici della sesta sezione della Corte di Appello, nel corso del processo di secondo grado di Calciopoli. L’udienza era interamente dedicata alle dichiarazioni facoltative degli imputati, ma Pairetto è stato l’unico ad avvalersene (tra gli altri, Moggi ha rinunciato e Diego Della valle ha fatto sapere che si presenterà alla prossima udienza, il 15 ottobre).
«I sorteggi falsati? Erano impossibili da falsare». Pairetto ha parlato delle procedure dei sorteggi, riconoscendo che le palline erano ammaccate ma lo erano tutte allo stesso modo e pertanto era impossibile riconoscerle. Quanto alla composizione delle «griglie» (in cui inserire i nomi degli arbitri da estrarre), Pairetto ha detto che a causa del sistema delle preclusioni le scelte dei direttori di gara da inserire erano «quasi obbligate».
I RAPPORTI CON I DIRIGENTI – Pairetto si è soffermato a parlare dei rapporti che avevano i designatori con i dirigenti delle squadre, dichiarando che erano «persone con le quali colloquiavamo regolarmente, per smorzare gli animi infervorati» a causa delle continue polemiche provocate dalle decisioni arbitrali.
IL CONDIZIONAMENTO – «Tutti gli arbitri – ha poi aggiunto – hanno detto che noi non li abbiamo mai condizionati». Pairetto ha anche negato che venissero puniti gli arbitri che sbagliavano a sfavore della Juve e premiati quelli che danneggiavano le avversarie dei bianconeri. Quanto alle cene con i dirigenti juventini Luciano Moggi e Antonio Giraudo ha spiegato che tra loro vi era un’amicizie di vecchia data, e nel caso di Giraudo addirittura antecedente al suo impegno nel mondo del calcio. «Non ho mai ricevuto da Moggi schede telefoniche straniere», ha concluso sottolineando che per la sua attività ha adoperato sicuramente sim telefoniche di paesi esteri, ma di non aver mai ricevuto schede dall’ex dirigente juventino.