Roma. Sabatini: “La cessione di Lamela? Non mi è stata obbligata”

Il ds giallorosso ha parlato poco fa in conferenza stampa: “Osvaldo? Non ha mai trovato la quiete nell’ambiente…”
135928-3

NOTIZIE AS ROMA – Walter Sabatini, ds della Roma, ha parlato poco fa in conferenza stampa da Trigoria rispondendo ai cronisti presenti sulle molteplici domande sul mercato giallorosso appena terminato, sulla vendita dei big Osvaldo, Marquinhos e Lamela e su molte altre situazioni inerenti al club capitolino. Ecco le dichiarazioni integrali del dirigente:

Sabatini: “Oggi non vi tedierò con il fumo… e con le parole”. (ride, ndr)

Questo mercato è stato un mercato difficile anche dal punto di vista personale viste alcune cessioni come Lamela?
Nessuno è obbligato a vendere. Però è stato un mercato duro perchè veniva dopo il 26 maggio con una situazione psiologica dura. Abbiamo dovuto ricostruire quello che restava di noi ed è stato un mercato con difficoltà, però è stato concluso in maniera soddisfacente, siamo sicuri di aver costruito una squadra competitiva. L’ho detto anche l’hanno scorso ma devo continuare a dirlo perchè sono in buona fede. Quest’anno, accogliendo tante osservazioni fatte da voi, abbiamo lavorato insieme in qualche modo. Sono state fatte scelte diverse da quelle solite in altre circostanze.

Lei in passato disse “Chi non mette in campo Lamela non capisce tanto di calcio”. Cosa ne pensa invece di una società che lo vende lamela?
Penso che il calcio, questo calcio, è un calcio dinamico, perchè tutti i giorni propone sollecitazioni e circostanze che non potevi prevedere il giorno prima. Abbiamo fatto le nostre valutazioni, ma non pensavamo all’inizio di poter o voler cedere Erik, poi col tempo sono intervenuti fattori nuovi ed abbiamo preso in considerazione questa eventualità sicuramente non a cuor leggero visto che la cessione ci ha portato alla sofferenza, non solo mia, ma condivisa. Nel momento in cui l’abbiamo presa la decisione, era quella da prendere visto che era cambiato l’ambiente intorno a lui visto anche l’offerta che gli è stata fatta da una società: un’offerta che non volevamo e non potevamo pareggiare. Era difficile rinegoziare un contratto a quelle condizioni. Questo è il fattore imprevisto che si è concetizzato ed ha cambiato non la testa di Lamela, ma i desideri delle persone intorno a lui. Piuttosto che fare una battaglia improbabile da vincere, abbiamo accettato un’offerta. Se l’avessimo messa in piedi prima avremmo venduto il giocatore a un prezzo maggiore. E’ stata una scelta.

La Roma sulla carta era competitiva, ma nn è arrivata lo stesso d’europa. Lei ha creato una squadra migliore dello scorso anno?
E’ una Roma forte e diversa dall’anno scorso. L’anno scorso abbiamo pensato che il talento da solo bastasse per imprimere una strada da fare e farlo brillantemente perchè il talento nella Roma c’era e molto. Abbiamo dovuto con molta attenzione guardare al fatto che non si concretizzava nulla di importante, con la squadra che non sarebbe decollata. Non siamo riusciti a farlo ed abbiamo cambiato ancora.

La società ha espresso piena fiducia in lei e lei ha rinnovato il contratto prima della finale di Coppa italia: è stata una sorta di assicurazione comunque vada o ha rivendicato un modus operandi, della serie ‘io rispondo solo alla dirigenza?’

Non ho capito la domanda…

La finale era una sorta di spartiacque, con il rinnovo lei ha fatto una clausola assicurativa oppure è stato un modus operandi: se i tifosi sono contenti meglio, senno cercheremo di fare meglio?
Ho firmato il contratto quando mi è stata sottoposto. E’ un mio modo di essere firmare un contratto annuale, lasciando la società libera di fare scelte libere dalla mia. Ho firmato quel contratto poco prima del 26 maggio, forse sarebbe cambiato qualcosa non avendolo firmato?

Le arrivando disse “La società mi ha scelto perchè non vuole top player, ma un certo tipo di progetto”. Ha mai pensato di essere incompatibile con la Roma che sta nascendo?
C’ho pensato, ma non ravviso nelle scelte fatte una dismissione di un’idea. Sono entrati ragazzi esperti come Maicon e anche ragazzi del ’90 come Ljajic e Strootman, ragazzi di età media come Benatia e Gervinho. Non penso ci sia stata una scelta netta. Siamo ancora noi, ci sono giocatori giovani come Destro, Romagnoli, Florenzi… Non la vedo come una totale dismissione di quello che è stato fatto. Abbiamo solo messo caratteristiche precise nella squadra, come la personalità, oltre alla qualità tecnica dei calciatori che attiene al loro carisma e alla loro forza di vincere le partite. Credo che questo sta creando, anzi sicuramente sta creando una diversa dinamica interna. C’è una relazione forte tra nuovi e vecchi e questo serve molto. Se prendiamo Maicon, sappiamo che entrando o uscendo dallo spogliatotio incute timore a compagni ed avversari. Volevamo gente piu presente ed abituata a vincere e ci siamo riusciti. Poi tutti usufruiranno di questa scelta, soprattuto i romani che saranno più protetti.

Nell’operare sul mercato ha influito l’addio di Baldini? Come ha vissuto il fatto che il Tottenham abbia preso i giocatori che trattavate voi?
Il fatto che il Tottenham ha preso alcuni giocatori che trattavamo non è un ratto perchè Franco (Baldini, ndr) si è comportato bene. Sapeva che erano calciatori che stavamo trattando e si è inserito solo su quelli liberi. Siamo stati leali entrambi. Non ho provato nessun fastidio, lui fa un bel lavoro lontano da qui con una bella azienda. Il difensore della Steaua è andato lì, abbiamo fatto solo cose reali che tutti possono fare. Sì, mi sento più libero, Franco era un grande amico con il quale ho condiviso decisioni e abbiamo sopportato l’ uno le decisioni dell’ altro ma sì, sono piu libero. Vivo meglio quando sto solo, anche quando sono a tavola non voglio la destra occupata perchè voglio una via di fuga. Non concerne quindi Baldini, ma se le cose le faccio con lui le faccio in modo sbagliato e anche lui sta meglio senza di me, l’ho visto su al Tottenham, si è rigenerato.

Premesso che considero le cessioni di Marcos e Lamela suoi buoni affari, non credo che alla fine di questa stagione non troverà due giocatori che abbiano questa rivalutazione così sostanziosa. L’anno prossimo dove troverete le risorse? Cosa risponde a chi sostiene che la Roma ha una squadra piu solida vendendo il futuro?

Il futuro è solamente a Trigoria. Perchè abbiamo molto patrimonio a Trigoria, come Pjanic, Destro e altri giocatori come Florenzi e speriamo Jedvaj e Romangoli. Anche Strootman che è un investimento potente, molto importante. Ometto di dire Dodò, visto che ci credo solo io, ma vi convincerò strada facendo. Alla fine della stagione, col ragazzo che ora è in sofferenza, celebreremo Destro: un giocatore fortissimo che ha un problema che stiamo valutando tutti insieme con attenzione, ma fra due mesi sarà pronto. Al di là del suo valore che conoscete, ha un bottino da grande attaccante con 11 gol prima dell’operazione. Qualcuno ha messo le foto segnaletiche, ma quando recupero il buon umore che ora non ho, mi spiegherete perchè un nostro giocatore forte deve trovarsi su una pagina di giornale una progressione di degrado. Sono due foto fatte male che non rispondono alla verità. E’ un nostro giocatore, della Roma da trattare con attenzione che soffre molto la sua attività. Lavora 10 ore al giorno per tornare. Per il finanziamento vedremo, dipenderà dal risultato finale della squadra, è quello che muove gli equilibri. Se la domanda è finalizzata a capire se la Roma è oppure è già società venditrice, la risposta è no. Noi lavoriamo con l’obiettivo, per ora mancato, di essere competitivi. In tutto questo concorre anche il monte-ingaggi e dobbiamo guardarlo insieme perchè è un problema che esiste e cercheremo di adattarci. Lamela è stato messo in vendita quando la Roma ha capito che un pari livello poteva essere acquisito a migliori condizioni. Non è una dismissione pr soldi, ma tecnica. La Roma ha ancora giocatori di patrimonio e ce ne ha parecchi, come Pjanic con il quale dovremmo mettere a posto le beghe di contratto. Ho voluto rassicurare. Noi, nonostante le cessioni che sembra che abbiano svuotato il cassetto, abbiamo fatto delle scelte sapendo che ci sono altri giocatori in rampa di lancio. Non significa che cedere anche questi altri. Il mister sa di aver una squadra più che competitiva ed è contento di quel che ha in mano.

La Roma dove deve arrivare per essere contenti? Garcia è una sua rivincita?
No, è una scelta non una rivincita. Una scelta fatta dopo aver scandagliato il mercato. Ho trovato un uomo che ha ritmo nel far le cose, ha idee e le porterà avanti senza invadere i territori. Se vuole fare qualcosa la farà. Quando io gli ho chiesto che rapporto vuole avere con la squadra, lui mi ha guardato con gli occhi sbarrati e mi ha detto “Io amo la mia squadra”, ma non c’è nulla di patetico. E’ una cosa che ha detto perchè un grande allenatore deve avere questo sentimento per poterla capire. Ho avuto la fortuna di capire che cosa voleva dire, ovvero seguirla in tutto e per tutto. Sa i problemi di tutti: li segue con attenzione eccessiva e sa cosa fare e dire con loro. Sa quanti soldi togliere se sbagliano. Sa come parlare con un ragazzo e sta portando a consolidare l’idea della squadra. E’ molto bravo. Sull’obiettivo sono costretto a dire una cosa che mi condannerà al pubblico: la squadra ha risorse per gareggiare per le prime posizioni. La Roma può e deve perseguire la Champions League. Non lo dico a caso, ma lo dico perchè vedo i calciatori. Senza offendere nessuno, io so che se un giocatore come Maicon rientra negli spogliatoi incazzato, non è la stessa cosa se ci rientra un giocatore dello scorso anno di cui non faccio nome. Mi dispiace tirare in ballo i giocatori. Così come se lo fa uno come Strootman che domina in una nazionale molto complessa, significa che è un ragazzo che sa che lo stare zitto costituisce un messaggio, ha le sue certezze e le trasferisce in campo. Dico che competeremo per la Champions.

Lei alla fine del mercato ha provato a prendere un altro attaccante , è soddisfatto? Un anno di rinnovo per lei è considerato una via di fuga?
Il contratto: ho sempre fatto cosi, l’ho chiesto io ovunque perchè mi pare una cosa equa. Si lavora un anno e poi le aziende fanno il loro bilancio e si possono liberare. Mi sento libero anche io. Voglio un rapporto sempre chiaro senza avvocati. Poi vedremo a giugno per il prossimo contratto ma ho molta serenità. Le entrate e le uscite sui numeri: c’è un numero positivo tra dare ed avere però dopo mi è successo che gli stipendi sono andati su, non sono numeri che si possono controllare. C’è un saldo positivo di mercato e ci sono state operazioni pirotecniche ma noi siamo troppo tristi per celebrare le nostre cose. Se compri a 3 e vendi a 31 devi stappare lo spumante. La Roma ha fatto cose importanti, ma non cambio stato d’animo perchè sono triste per altri motivi. Con i giocatori che sono entrati siamo andati su col monte salariale, ma non siamo riusciti a tenerlo giù.

Ci può spiegare l’ultimo giorno di mercato quando non si è ceduto Borriello, la Roma è incompleta?
Saremmo incompiuti cedendo Borriello e senza comprare nessuno. Il problema di Borriello era che voleva fortuna al Genoa perchè loro gli garantivano la maglia e la Roma non può farlo. Dopo si è instaurata una possibilità del triplo giro, abbiamo tentato perché volevo portare Quagliarella alla Roma, ma poi si è fermato tutto. Non ritengo la Roma incompleta perchè l’allenatore gioca con tre punte mobili. Tra questi attaccanti penso che la nostra soluzione la troviamo. Borriello è un ottimo calciatore e ci darà un gran contributo.

Quest’anno sembra vogliate avere un cambio di mentalità. E’ così? Ci può spiegare la sua reazione al goal di De Rossi al Livorno?
Stavo ringraziando il dio del calcio, so che pensavate “Sabatini lo sta cedendo”. Ma quando Daniele fa un gol così per fortuna il dio del calcio è tornato. Io le partite le gioco, non sono spettatore che guarda le partite in televisione. Era una sofferenza risolta. E’ stata una necessità il cambio di mentalità perchè è difficile valutare lo scorso anno. Prima del 26 maggio avevamo fatto un buon recupero, con segnali di crescita di alcuni calciatori. Poi quella partita ci ha smascherati come inadeguati rispetto ad una cosa così importante ed abbiamo capito che ci vuole gente che ha vissuto esperienze, gente che sa affrontare queste partite ed abbiamo fatto questa scelta. Altrimenti al posto di Maicon avrei preso Wallace, ma fortunatamente sono stato costretto a prendere Maicon con il quale abbiamo un patto d’onore nei comportamenti.

Che ruolo ha avuto Baldini nel mercato della Roma? Alleato o rivale? Lamela andava al Tottenham anche senza Baldini?
Se non c’era Baldini, Lamela andava da qualcun altro, ma non escludo lo stesso il Tottenham. Baldini ha fatto una scelta condivisa con presidente ed allenatore, forse lui ha reso agevole la trattativa. Noi l’abbiamo messo in vendita tardi Lamela, quando non c’erano i presupposti, Lamela poteva andare via a prezzo più alto.

Ci può spiegare meglio su Lamela? Cosa è cambiato tra la telefonata intercettata in cui lei diceva che bastava venderne due e poi ne sono stati ceduti tre, e il terzo è Lamela?
Quell’intercettazione è una vergogna, ma non la ricordo bene. E’ cambiata una cosa che non è marginale ma puo sembrarlo. Lamela è stato aggredito da una società italiana che gli ha fatto un’offerta faraonica, da 3,5 milioni netti. Quando questo è successo noi avevamo perso il giocatore e non sarebbe stato più quello di prima. Noi volevamo aumentargli lo stipendio di poco. Lamela soffriva la questione, mentre gli altri lo spingevano ad una negoziazione con noi. Quando questo è successo ho detto al giocatore che la Roma poteva aumentare lo stipendio, lui non era molto contento e lo vedevo anche nel lavoro. Ho pensato di non poterlo recuperare definitivamente ed ho acceso una cosa che non avrei fatto: la cessione. Nessun giocatore infelice scende bene in campo. Questa è stata la causa scatenante che non edulcora il mio dolore per la cessione, ma poi ci sono meccanismi nuovi. Il calcio è dinamico: magari mentre stai cedendo ti arriva un altro giocatore da poter prendere, cioè Ljajic. Il calcio è di tutti e tutti possono cambiare il calcio.

La Roma non potrà mai permettersi un giocatore ai livelli di Lamela che chiede un adeguamento?
Non sarà cosi in alcune circostanze. Immancabilmente se i giovani funzionano devi rinegoziare. La Roma deve avere una linea di stipendi, che quest’anno è già sforata. Il primo anno avevo trovato circa 95 milioni di tetto salariale e siamo andati sotto di 7-8 e l’anno dopo siamo andati ancora sotto e quest’anno siamo andati un po’ sopra. La Roma ha chiaro un percorso da fare che porterà l’azienda ad affrontare il problema stadio e la società impone i conti a posto. Al momento dobbiamo ripianare una perdita di 30 milioni l’anno. Non è che butteremo via tutti i calciatori per ripianare. Ci sono giocatori che rappresentano il patrimonio.

Cambiando sempre giocatori, si può riuscire a creare una grande squadra?
Penso di sì. Bisogna entrare nei cicli ed essere fortunati. Metti insieme qualche campione e li fai crescere. Nel calcio non dobbiamo avere paura anche a misurarci con chi è più grande di noi.

Oggi la vedo quasi remissivo. Lei è convinto di questa Roma?
Sono totalmente convinto. Nessuno mi ha obbligato a vendere. La società mi ha dato un numero entro il quale lavorare, avrei potuto acquistare giocatori a meno, o vendere. Sono io che sono convinto di quello che devo fare. Maicon non c’entra nella vicenda. Perchè ho detto che ci sono partite importanti. Ho detto che io non avrei preso Maicon se il derby andava in un’altra maniera. La squadra era in crescita e la vittoria in coppa ci avrebbe dato la possibilità di poter rischiare. Quella sconfitta e la maniera in cui è maturata ci ha imposto di dover cambiare qualcosa per essere la Roma dei romanisti. Abbiamo fatto scelte diverse. Il mio non era un sogno ma un’utopia. La squadra andrà in campo con giovani e meno giovani e deve riscattare un impegno. Riscattare l’ansia di tutti noi.

E’ un mercato che si è aperto con l’idea Allegri e si è chiuso con l’idea di vendere Borriello. C’è meno coerenza nella Roma?
Ho già detto che nel calcio succedono tante cose che cambiano. Non abbiamo iniziato con Allegri, ma con un gruppo di allenatori, tra cui Allegri, per poi arrivare a Garcia di cui siamo contenti. Il problema di Borriello è diverso. Lui avrebbe voluto andar via per giocare di più e giocarsi il mondiale, non siamo riusciti a cederlo ma siamo contenti di tenerlo. Borriello è ancora un problema perchè sa giocare a calcio, ma non trova collocazione anche per come si pone e per le idee degli allenatori non trova la tranquillità se era un asino non era un problema. Ora si sta attivando con grande impegno, e ci ha chiesto lo spalmamento dell’ingaggio. Noi lo aspettiamo.

Il buco di 30 milioni significa che senza Champions la Roma dovrà vendere ancora? Esiste la clausola per Ljajic?
O dovremmo vendere o la società risanerà. Sì, la clausola c’è ed è piuttosto alta che ci sta bene. Perchè è importante, perchè sarà difficile per tutti attaccarla. Per tenere i salari più bassi si accettano anche queste cose.

Come è la situazione di Jedvaj?
La responsabilità è la mia.

Interviene Antonio Tempestilli: “E’ solo una questione burocratica. Da parte nostra c’è stata tranquillità, l’unico problema è per la scuola del ragazzo. Abbiamo atteso per ricevere i documenti e trasmetterli alla Fifa. Jedvaj sarà a disposizione con il Parma”.

Quanto è stato un problema Osvaldo?
Il problema è stato quello di aver preso un calciatore di grandi qualità, ma che non ha mai trovato quiete e armonia con se stesso e con l’ambiente. Mi dispiace che le cose siano degenerate. E’ stato difficile gestirlo e si è messo dentro un tunnel dal quale non usciva piuù, ma noi sappiamo che è un ragazzo in gamba ed un calciatore importantissimo con 28 gol in 56 partite. Speriamo ne faccia anche lì perchè abbiamo bonus da riscuotere”.

PER TUTTE LE NEWS SULLA ROMA WWW.ROMANEWS.EU

Gestione cookie