Il presidente biancoceleste dichiara: “Yilmaz non era nei nostri piani”…
Notizie Lazio – “Se i tifosi hanno mal di pancia, prendessero un Alka-Seltzer. Il primo scontento sono io perchè la gente non viene allo stadio. E se non vengono allo stadio non possono parlare”. Il presidente della Lazio, Claudio Lotito, entra in tackle sull’argomento mercato e sul malessere della tifoseria che, in occasione del match di domenica con il Chievo, starebbe organizzando una protesta contro la dirigenza biancoceleste. “La Lazio è l’unica società che, pur avendo avuto tante offerte, non si è privata dei propri gioielli – rileva il patron, a margine della presentazione della maglia dedicata a Silvio Piola, svoltasi a Roma-. Ha speso oltre 28 milioni e fatto una rosa competitiva per affrontare tutte e tre le competizioni”. Lotito poi torna a parlare del mancato arrivo dell’attaccante del Galatasaray, Yilmaz. “Il tifoso deve andare allo stadio e tifare – dice -, poi se a campionato finito ritiene che i risultati non l’hanno soddisfatto, può criticare. Yilmaz non era nei nostri piani. C’è stato un momento in cui c’è stata rappresentata questa opportunità, l’abbiamo coltivata ma non ci sono state le condizioni che avranno anche riflessi di carattere penale per i comportamenti di alcuni interlocutori. Non certo del Galatasaray che si è comportato in modo corretto e con cui avevamo trovato l’accordo, così come con il giocatore. I problemi sono nati al momento della stipula: ho ritenuto di non dover soggiacere a ricatti ed estorsioni, e non intendo riceverne altre da chi vuole condizionare l’operato della società”. Il numero uno biancoceleste chiarisce anche il caso relativo a Berisha, il portiere su cui il Chievo rivendica la validità di un contratto firmato in precedenza.”Ancora parla di un contratto in scadenza nel 2013, ma dimentica che il contratto sarebbe andato in scadenza nel 2014 – dice Lotito, riferendosi alle dichiarazioni del ds clivense, Sartori -. Il nostro contratto ha ricevuto l’avallo della federazione svedese e il transfert della federazione italiana. Abbiamo comprato un giocatore da una squadra (il Kalmar, ndr) e lo abbiamo pagato, ci siamo comportati in modo trasparente. Poi bisognerebbe capire come mai la società di partenza non sapesse che fosse già un giocatore del Chievo». «La norma – conclude- obbliga a comunicare alla società che è stato trovato l’accordo. Se esiste questo contratto con il Chievo perchè è stato firmato a giugno, quando la finestra di mercato non lo consentiva?“.
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