Le parole del centrocampista giallorosso, il quale parla della sua carriera a 360 gradi…
NOTIZIE ROMA – Il centrocampista della Roma e della Nazionale, Daniele De Rossi, ha rilasciato un’intervista al sito ufficiale dell‘Uefa parlando a 360 gradi della sua vita professionale. Dai primi passi di quando era piccolo fino alla Roma. Eccone alcuni stralci:
Sull’esperienza all’Ostia Mare.
“Anche il fatto di avere un padre che conosce da sempre il calcio giovanile mi ha aiutato, perché non mi ha mai messo pressione e stress sul risultato e sul venire fuori per forza. Gli allenatori delle giovanili mi hanno insegnato la tecnica, che è la cosa più importante nel mondo del calcio. L’esperienza nel mio primo club, l’Ostia Mare, è stata importante come lo è per tutti i bambini. L’Ostia Mare è una squadra un po’ atipica tra quelle dilettantistiche, non è la classica squadra del paesino, Ostia ha 400000 abitanti, è una via di mezzo tra la squadretta e la squadra professionistica, viene fatta abbastanza selezione, non è di basso livello e fu importante per me. Mi divertii tantissimo, ricordo che venni preso dalla Roma quando avevo 9 anni, nel 1992, e non ci volli andare perché volevo restare con i miei amici e ci andai a 11-12 anni. Ricordo quell’esperienza di Ostia con affetto particolare”.
Sui primi passi alla Roma.
“Il mio passaggio alla Roma è stato graduale. Ricordo con grande commozione il primo giorno alla Roma. Avevo 11-12 anni, ricordo il distacco che c’era dalla realtà dell’Ostia Mare, i campi d’erba, l’abbigliamento, gli scarpini nuovi. Tutte cose che mi facevano pensare di essere entrato in un altro mondo del calcio”.
Sul suo passato da attaccante.
“Quando ero ragazzo giocavo attaccante. Il cambiamento è stato fatto piano piano: arrivai da attaccante, poi ho fatto il trequartista e il centrocampista offensivo e poi la mia carriera è sbocciata quando Mauro Bencivenga mi ha messo davanti alla difesa. Giocare attaccante può aiutarti anche a livello tecnico, l’attaccante non ha mai tanto tempo per giocare la palla e quindi puoi velocizzare il tuo gioco, ma mi ha aiutato soprattutto a livello tattico perché capisco prima i movimenti degli attaccanti quando gioco in fase difensiva, visto che gioco a centrocampo ma quasi a contatto con i difensori”.
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