Il centrocampista giallorosso ha insistito sul discorso della serenità e sulla differenza tra l’ambiente romano e quello azzurro…
CONFEDERATIONS CUP – Le sue dichiarazioni espresse nelle ultime ore, hanno pesato come macigni. Nelle Capitale si continua a discutere sulle esternazioni di Daniele De Rossi. Nella serata di ieri, il centrocampista azzurro è intervenuto in conferenza stampa direttamente da Recife, Brasile. A chi gli chiede maggiori chiarimenti, De Rossi risponde così: “Non c’è niente da chiarire, non è questo il momento, ho fatto dichiarazioni chiare che rivendico, ma sarebbe irrispettoso nei confronti di tutti, dei compagni e del mister se mi distraessi troppo pensando a Roma“. Il numero 16 giallorosso, tuttavia, ribadisce il proprio pensiero riguardo alla differenza tra l’ambiente romano e quello azzurro: “Penso che la serenità dipenda anche dall’aiuto dei compagni, dall’organico e dagli impianti e credo si costruisca negli anni”.
Vogliamo chiarire definitivamente la tua posizione con Roma e con la Roma e quanto ti senti ‘Capitan Futuro’?
“Non c’è niente da chiarire, non è questo il momento, ho fatto dichiarazioni chiare che rivendico, ma sarebbe irrispettoso nei confronti di tutti, dei compagni e del mister se mi distraessi troppo pensando a Roma, pensando al futuro. Il futuro adesso è la partita con il Brasile e speriamo anche la semifinale e la finale“.
La tua serenità è un valore in Nazionale, nella Roma c’è quella serenità?
“Penso che la serenità che abbiamo qui in Nazionale, anche se non penso che uno giochi bene solo per la serenità, ma anche perchè è aiutato dai compagni, dall’organico e dagli impianti, mentre quando incontri una stagione negativa le cose vengono meno, però la serenità credo si costruisca negli anni. Quando è arrivato il mister la situazione non era delle migliori, eravamo arrivati a degli appuntamenti non in maniera migliore, piano piano ci si arriva a questa serenità con un’idea di gioco e con i comportamenti giusti, ma non basta quella per alzare trofei e fare prestazioni, anche se è un buon ingrediente“.
Una parola sull’Under 21. E’ sconfortante vedere gli spagnoli vincere sempre?
“Non è sconfortante, ammettiamo con un pizzico di invidia che è anche abbastanza bello vederli continuare a vincere, loro non si stufano mai. Non ho mai considerato un ciclo chiuso quello spagnolo, nemmeno quello del Barcellona. Io prima della partita pensavo vincesse la nostra Under 21, ma dopo 5 minuti si è capito che sarebbe stata difficile, loro continuano a migliorare ma anche noi, vedi la nostra finale dell’Europeo e vedi quella dell’Under 21“.
Quali saranno i giocatori più pericolosi del Giappone?
“Io ne conosco 3-4, credo che quello di cui si parla di più è Kagawa, credo sia lui la stella anche se hanno tanti altri giocatori e un’organizzazione tale che gli permetterà di essere pericolosi“.
Hai mai avuto paura di perdere la Nazionale visto quello che è successo a Roma?
“Diciamo che la certezza del posto in Nazionale non ce l’hai mai, escono fuori tanti giocatori giovani, paura di perderla no perchè credo nelle mie potenzialità, nella capacità di rigenerarmi in queste competizioni, e soprattutto ho sentito la fiducia del mister e dei miei compagni, ci sono stati dei momenti in cui ho ragionato in questa ottica ma mai con allarmismi, penso che nulla viene per grazia ricevuta, bisogna conquistarselo durante il campionato“.
Viene rivolta la stessa domanda a Prandelli. Hai mai avuto paura di perdere Daniele?
“Ci sono dei momenti in cui la condizione fisica può condizionare il giudizio, ma il pensiero su Daniele è quello che ho già ribadito giorni fa, cioè che non gli chiediamo di essere l’unico costruttore di gioco, ma gli chiediamo le cose che un centrocampista come lui deve fare, per quello lo giudichiamo con occhi diversi”.
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