Il tecnico viola ha parlato al Corriere della Sera…
NOTIZIE FIORENTINA – Il tecnico della Fiorentina Vincenzo Montella ha parlato in un’intervista al Corriere della Sera:
Montella, per una volta, cominciamo dalla fine della storia: perché lei crede nel sorpasso?
«Perché il calcio mi ha insegnato che non c’è niente di scontato. Con la Roma, ho perso lo scudetto pareggiando 2-2 sul campo del Venezia che era retrocesso proprio come è retrocesso il Siena che affronta i rossoneri. La Fiorentina deve andare a Pescara per vincere perché dopo, in ogni caso, non deve tornare a casa con delle recriminazioni: ve l’immaginate se sia noi che il Milan dovessimo pareggiare?».
È il momento di tornare all’inizio della storia, quando è stato contattato da Pradè per conto dei Della Valle.
«L’intenzione della proprietà era di riappropriarsi dei tifosi e della città. Volevano costruire una squadra che avesse una propria identità e un gioco divertente. Io la pensavo allo stesso modo. Ci siamo piaciuti ed eccoci qua…».
È d’accordo che la Fiorentina è stata la squadra più bella del campionato?
«Di complimenti ce ne hanno fatti sin troppi. Meglio andarci cauti. Dico solo che siamo andati al di là di ogni aspettativa e siamo in anticipo sui tempi».
Visto che ha annunciato che resterà, ha già qualche idea per la prossima stagione?
«Proseguire su questa strada. Gioco e identità sono il nostro marchio di fabbrica. Vedremo se riusciremo a mantenere anche gli stessi risultati. Non sarà facile ripetersi».
Qual è il giocatore che l’ha più sorpresa nella Fiorentina?
«Ce ne sono tanti che sono andati oltre le aspettative. Ma scelgo Gonzalo Rodriguez. In Spagna aveva avuto qualche infortunio e invece stavolta non si è mai fermato e ha sempre comandato bene la difesa facendo anche 6 gol».
Per l’Europa della Fiorentina?
«Noi, per adesso, siamo soltanto al preliminare. Un posto nelle coppe dobbiamo ancora conquistarcelo. Se ci arriveremo, servirà una rosa adeguata. Almeno sul piano numerico perché su quello qualitativo non è facile migliorare questo gruppo».