Il difensore della Lazio parla della sua esperienza in biancoceleste…
NOTIZIE LAZIO – «Più s’invecchia, più si acquista una certa esperienza. Quando sei giovane certe cose non arrivi a farle con la testa, adesso che sono anziano si. Ho trovato poi una società forte, con un preparatore atletico importante. La condizione fisica è sempre stata ottima e anche questo fa la sua parte». Inizia cosìl’intervista di Giuseppe Biava ai microfoni di SPQR SPORT, nell’articolo a firma Mirko Borghesi. La rivista, premiata quest’oggi in Campidoglio con il Premio Giornalistico per essere voce di tutti gli sport, anche quelli considerati a torto minori e ha concesso ampio spazio alle storie dello sport e dei suoi protagonisti, nel numero in uscita in questi giorni, regala una bel faccia a faccia con il difensore della Lazio. Ecco qualche domanda in anteprima:
Sei da tre anni alla Lazio ed ormai per i tifosi sei uno di loro. Da cosa dipende questo affetto?
«Non lo so, probabilmente perché in campo sono uno che cerca di dare il massimo sempre. Le partite poi possono anche andar male ma ho sempre dimostrato di prodigare tutto me stesso».
Cosa si prova a vestire la maglia della Lazio?
«E’ una bella sensazione. Essere in questa società, la prima società della capitale, è importante. La tifoseria mi è sempre piaciuta. Sono contento e orgoglioso di farne parte».
Con quale compagno di reparto hai avuto maggior feeling?
«Sono stato bene con parecchi compagni di reparto. Barzagli e Dias sono i due giocatori con cui però mi sono trovato meglio».
Marchetti dà sicurezza. Quanta ne conferisce ad un difensore?
«Marchetti ha dimostrato di essere un ottimo portiere non solo con la Lazio, ma anche prima al Cagliari. Già all’Albinoleffe ne avevo sentito parlar bene da amici che ho la in società e da altri con cui avevo giocato. Sta dimostrando di essere uno dei portieri più forti. Dopo Buffon c’è lui e sono convinto che è un bravo ragazzo e quando Buffon smetterà sarà lui il primo».
C’è rammarico per non aver mai indossato la maglia azzurra?
«No. La Nazionale è il sogno di ogni ragazzo che inizia a giocare a calcio. Forse sono arrivato troppo tardi in Serie A ed adesso sono troppo vecchio per la Nazionale. Per me quello che conta è far bene alla Lazio».