Lunga intervista dell’attaccante della Fiorentina: “Non sono un bambino, a 13 anni andai a vivere da solo a Belgrado. La Nazionale? Così non ci torno…”
Il settimanale della Gazzetta dello Sport, Sport Week, ha intervistato Adem Ljajic, attaccante della Fiorentina in un periodo di forma particolarmente positivo, che ha parlato delle sua carriera sin dagli inizi, e delle difficoltà incontrate, fra adattamento e rapporti particolari con Mihajlovic e Delio Rossi: “Sono arrivato in Italia dopo appena due campionati in Serbia, dove il calcio è meno tattico. Ora conosco meglio come si gioca qui e Montella mi ha dato sicurezza, lui crede in me. Ma sono cambiato anch’io con la testa, prima quando non giocavo capitava che mi allenassi senza voglia, ora voglio sempre dare il 100%. Ringraziamenti? Prima di tutto ai miei genitori, poi al mio procuratore Fali Ramadani”.
“Lo schiaffo di Rossi? Ringrazio i compagni che confermarono che non avevo offeso Delio. Quella vicenda è stata la più triste della mia vita, ho pensato di lasciare la Fiorentina e la società a sua volta pensò di mandarmi via. Io bambino viziato? Come può essere considerato bambino uno che a 13 anni ha lasciato la città natale per andare a vivere da solo a Belgrado con due compagni di squadra coetanei? Nessuno pensava a noi, facevamo tutto per conto nostro. Piaccio alle ragazze? Non credo, non ho un gran fisico e nemmeno tatuaggi, ed uso solo una crema di bellezza che viene dalla Serbia. Sulla vicenda dell’inno in Nazionale dico che io rispetto tutti, ma voglio che gli altri rispettino me. Ho firmato il patto di Mihajlovic, ma senza neanche leggerlo. La Serbia è fatta anche di musulmani, io ho giocato 10 anni nelle nazionali e nessuno mi ha mai chiesto l’inno, se queste sono le condizioni non torno. Il ramadan? Lo seguo se non ci sono partite nè doppi allenamenti. Io fissato di cioccolata e computer? Era solo una battuta, i dolci piacciono a tutti, sui social network non ci sono, e alla play gioco a Counterstrike, uno sparatutto”. Infine una battuta sulla questione più cocente, ovvero il rinnovo di contratto con la Fiorentina: “La voglia c’è, ne parliamo a fine campionato“.
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