Dura la reazione del consiglio europeo…
Il PFSC che le federazioni nazionali e le leghe agiscano allo stesso modo. Tutti i protagonisti del mondo del calcio, poi, sono esortati a «rivedere e migliorare le proprie misure educative» in relazione all’odioso fenomeno che macchia il pallone. Il Consiglio si impegna a supportare ulteriormente e a rafforzare le attuali misure antidiscriminatorie sia a livello europeo che a livello nazionale. È indispensabile la collaborazione dei volti più noti del panorama calcistico. Per questo, chiede a calciatori e allenatori soprattutto a quelli che potrebbero avere maggiore influenza su coloro che si rendono colpevoli di atti discriminatori di condannare tali atti, anche se questo significasse criticare i propri tifosi o i propri giocatori. Il calcio, da solo, non è in grado di risolvere il problema. Il PFSC, pertanto, si rivolge alle autorità nazionali (governi, forze dell’ordine, ecc.), chiamate a contribuire fornendo agli organi calcistici le necessarie misure legali, arrestando, perseguendo penalmente e bandendo dagli stadi per periodi significativi coloro che si rendono responsabili di espisodi di razzismo, consentendo lo scambio di informazioni in merito a comportamenti discriminatori fra stati e organi calcistici.