Euro-FIORENTINA. Dal cilindro viola spunta LARRONDO

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RASSEGNA STAMPA. LA GAZZETTA DELLO SPORT – Per vincere una partita, giocare bene non basta, c’è bisogno di un mix giusto di fattori: bravura, fortuna, cinismo e, a volte la variabile arbitraggio. Ieri, questi fattori si sono mescolati a dovere e la Fiorentina è riuscita a riscattare il ko di Bologna di martedì sera. Il Chievo, per quanto bravo e diligente, rimane a mani vuote al cospetto di una squadra che voleva a tutti i costi i tre punti per continuare la corsa all’Europa. Questa, secondo la Gazzetta dello Sport, la chiave di lettura di Fiorentina-Chievo di ieri, che esalta la bravura dei due allenatori, paragonati a dei campioni di scacchi che, mossa dopo mossa, hanno dato vita ad una bella battaglia fino allo scacco matto di Montella. Il Chievo, per lunghi tratti, ha imbrigliato la Fiorentina e, ai punti, non meritava di perdere. Ha dimostrato di essere una squadra viva, degna di portarsi lontano dalle sabbie mobili della zona salvezza. Ma i meriti della Fiorentina sono altri, a partire dalla volontà di portare a casa la vittoria, ottenuta grazie ad una forte capacità camaleontica. La Fiorentina è arrivata persino a snaturarsi, passando dal 4-3-3 al 3-5-2, per finire col 4-4-2. E, alla fine, è stata premiata. Montella parte col tridente per aggredire la difesa a cinque del Chievo, ma Ljalic non era al top, così nell’intervallo, nonostante il risultato in bilico, ha rischiato inserendo Romulo, un difensore, per poi passare alle “due torri” rischiando i fischi per aver tolto Jovetic per Larrondo. Ha rischiato, Montella. Ma è stato premiato, nonostante qualche brivido: prima Toni ha colpito il palo e Larrondo s’è divorato il gol sulla respinta. Poi ancora Toni, in evidente fuorigioco, su punizione di Pasqual ha dato una zuccata in area e il pallone è finito sulla testa di Larrondo che quasi per caso ha corretto in rete. Poco prima, Paloschi in contropiede aveva mandato alle stelle il possibile k.o.: a differenza delle sfide a scacchi, i pezzi sono umani. E sbagliano. Ma a volte, come Montella, sanno rischiare e tornare sui propri passi. E vincere.

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