LAZIO. Lotito non si arrende: squalifica assurda

IL MESSAGGERO – La società biancoceleste non accetta la dura decisione della Uefa e farà ricorso…

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RASSEGNA STAMPA –  La Lazio non si arrende, la società biancoceleste non accetta la dura decisione della UEFA e farà ricorso, presentando altro materiale che non dovrebbe collimare con quello utilizzato dalla UEFA per decidere la pesante squalifica del campo. Ad annunciarlo è stato il presidente Claudio Lotito in prima persona, parlando a Lazio Style: “Abbiamo una documentazione probante delle forze dell’ordine che testimoniano il contrario di quanto riportato dai delegati Uefa. Se ci fossero stati episodi gravi, percepibili, sarebbero arrivati all’attenzione delle istituzioni preposte all’ordine pubblico. Se questo non succede, allora, vuol dire che non ci sono stati episodi particolari. In un momento successivo, si analizzano i filmati delle telecamere di sicurezza: bene, non sono stati esposti simboli o richiami a ideologie particolari. Mi fa strano, anzi penso sia impossibile, che una persona su ventimila sia riuscita individuare prima 200, poi sono diventati 300, tifosi nell’atto contestato”.  Il presidente biancoceleste poi si è lanciato in una precisa ricostruzione della serata incriminata: “Il delegato Uefa, invece di rimanere in tribuna ad assistere alla partita, si muove e va sotto la curva. Quando i tifosi si sono accorti di questo ospite, intorno al 13’ del primo tempo, hanno cominciato a cantare gli stessi cori che rivolgono a me, muovendo anche le braccia in avanti. A questo punto, il delegato scozzese ha consigliato a quello montenegrino di andare via da lì e recarsi in tribuna. Alla fine, come sempre, abbiamo fatto il consuntivo di quanto accaduto e l’Uefa ci ha espresso parole di elogio per l’organizzazione. Ripeto, quel gesto, quello di portare le braccia in avanti è un gesto fatto per dar forza al coro che si sta facendo, lo fanno anche quando cantano contro di me. È evidente. E se fossero venti o trenta su ventimila, non è giusto punire una società e un’intera tifoseria. Ora basta.“.

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